Piano infanzia, ecco cosa ne pensano i ragazzi

Duemila questionari e 9 focus group organizzati con gruppi vulnerabili: temi e priorità del piano valutati dagli studenti. "Si sono sentiti riconosciuti come cittadini e cittadine in grado di esprimere idee e opinioni sulla loro esperienza di vita"

Piano infanzia, ecco cosa ne pensano i ragazzi

Duemila questionari e 9 focus group con gruppi vulnerabili. L’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza ha promosso una consultazione online sui temi del nuovo piano nazionale, coinvolgendo ragazzi e ragazze fra i 12 e 17 anni di età, con il supporto tecnico-scientifico dell’Istituto degli Innocenti.  L’approvazione dell’Osservatorio, il 21 maggio scorso, ha dato il via all’iter per l’adozione definitiva che prevede più passaggi formali: il parere dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, a quello della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, della Conferenza unificata e alla deliberazione in Consiglio dei ministri, per terminare con l’adozione attraverso un decreto del Presidente della Repubblica.
Il questionario online è stato proposto a classi dislocate nelle principali aree metropolitane e in alcuni contesti minori "per intercettare tutte le differenti esperienze"; è poi seguito un approfondimento qualitativo con i focus group. La maggioranza di chi ha risposto ai questionari (93%) è composta da studenti nati in Italia, mentre il 7% è nato all’estero e proviene da ben 49 diversi paesi. Se si considera anche la cittadinanza dei genitori si arriva a circa il 20% di studenti con background migratorio. Rispetto al genere, invece, leggera prevalenza di ragazze rispetto ai ragazzi con una distribuzione equilibrata nei due ordini scolastici.

I risultati di questo lavoro sono contenuti nel Rapporto di partecipazione, pubblicato dal Dipartimento per la famiglia, e sanciscono una "sostanziale condivisione delle priorità e i temi individuati dall’Osservatorio nel piano, pur conservando preoccupazioni sul futuro e la consapevolezza delle difficoltà familiari". "Le ragazze e i ragazzi hanno apprezzato che il mondo istituzionale degli adulti, rappresentato dal Dipartimento per le politiche della famiglia, l’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza e il Centro nazionale di documentazione, si sia rivolto loro chiedendo un’opinione articolata su politiche destinate a rispondere ai loro bisogni. - si legge nel rapporto - Essi si sono sentiti riconosciuti come cittadini e cittadine in grado di esprimere idee e opinioni sulla loro esperienza di vita e anche su ciò che accade nelle loro comunità".
Le ragazze e i ragazzi hanno un’idea "sufficientemente chiara dei diritti", mentre è scarsa la conoscenza della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Il background migratorio non produce differenze significative nei riscontri ottenuti attraverso il questionario eccetto che sul rapporto con il mondo adulto, specie quello istituzionale, oltre la famiglia, non percepito come punto di riferimento capace di garantire i diritti. “E questo – commentano gli osservatori - forse racconta molto della fatica che i ragazzi e le ragazze vedono fare ai loro genitori quando si devono rapportare con le istituzioni si pensi solo al tema delle residenze o dei permessi di soggiorno”. Alla domanda chi dovrebbe fare rispettare i diritti dei ragazzi e delle ragazze solo il 9% dei ragazzi e delle ragazze con background migratorio si affida alle istituzioni a fronte del 21% degli italiani.
Le ragazze e i ragazzi “denunciano la presenza di comportamenti razzisti e discriminatori ai danni di specifici soggetti, e ciò che colpisce è la testimonianza di esperienze dirette o subite da pari prossimi”, si legge nel rapporto. “I gruppi percepiti come più vulnerabili sono i compagni e le compagne immigrati, - spiegano gli osservatori - quelli con diverso orientamento sessuale o appartenenti a minoranze etniche, e il focus group con il gruppo di ragazzi e ragazze rom e sinti è stato intensamente chiaro nel rappresentare la dignità, ma anche la sofferenza di chi è costantemente costretto al rischio di sentirsi negativamente riconosciuto e discriminato”.

Nei focus dedicati è emerso poi, con più frequenza, il tema dell’uguaglianza: “tutti devono essere trattati nello stesso modo, tutti senza ma e senza se”, “dividere tutto il denaro in modo uguale, star tutti bene, distribuire tra chi ha più ricchezza a chi non ne ha. Il governo dovrebbe distribuire le risorse”.

Importanti anche i temi del riscatto e del benessere da conquistare come superamento della povertà educativa e non solo economica, idea richiamata più volte durante i focus: “Loro sono i giovani che desiderano un cambiamento come un riscatto della propria esistenza, non vogliono restare ancorati alle tradizioni e ad una ‘cultura retrograda e infruttuosa’, forse anche in dissonanza con la loro famiglia di origine”.
L’indagine rivela una "netta percezione di differenti opportunità tra maschi e femmine". "I dati non lasciano dubbi, - registrano gli osservatori - nelle risposte del questionario i giovani dichiarano che il vantaggio è ad appannaggio dei ragazzi (92%) rispetto alle ragazze (8%). Anche questo è un tema di grande rilevanza in relazione ai gap occupazionali, di salario, di reddito e di percorso di studi che si osservano in una prospettiva di genere e che sono stati oggetto di ampio dibattito e confronto anche in questi mesi a esito di una pandemia che ha acuito e reso evidenti i ritardi storici dell’Italia".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)