V come Vacanze. Le vacanze seguono la curva delle nostre età, possono essere rigeneranti o piene di incognite stressanti

Il periodo vacanziero richiede una prestazione e, prima di tutto, bisogna distinguere le ferie delle famiglie senza figli da quelle "proletarie" di chi i figli li ha.

V come Vacanze. Le vacanze seguono la curva delle nostre età, possono essere rigeneranti o piene di incognite stressanti

Se uno passasse un anno intero in vacanza, divertirsi sarebbe stressante come lavorare. (William Shakespeare)

V come Vacanze. L’etimologia della parola allude alla vacatio o sospensione dell’attività (lavorativa si intende), ma di fatto oggi la maggior parte delle nostre vacanze tutto sono tranne che una “sospensione”. Col termine “vacanze” la propensione dei più è quella di pensare ad un periodo tutt’altro che vuoto, quanto piuttosto fittamente organizzato e necessitante una notevole prestanza psicofisica, quasi che si debba preventivare un tempo di riposo prima o dopo il tour de force di viaggi e attività le più varie… Ovviamente è un’esagerazione, ma fino ad un certo punto: il periodo vacanziero richiede una prestazione. Prima di tutto bisogna distinguere le ferie delle famiglie senza figli da quelle “proletarie” di chi i figli li ha. Un week end in coppia può essere la vacanza di sogno capace di compensare un mese al mare con figli piccoli. In questo secondo caso anche solo sdraiarsi al sole dieci minuti può essere un miraggio! Pannolini da mettere e togliere, poi creme da spalmare, giochi da portare, vestiti da cambiare… lavaggi continui… prima che un figlio sia autonomo con l’acqua del mare passano anni, ancora di più possono essere con la neve e quello sport più elitario che è lo sci. Trascorsi i primi anni come in una galleria fatta di luci ma anche tante fatiche, i genitori di figli in crescita possono tentare le prime sortite piacevoli. Si pensi alle biciclettate in cui tutti sono autonomi e anche i ragazzi ti seguono a ruota, oppure una gita insieme in montagna. Poche cose danno soddisfazione come raggiungere una cima e contemplare il panorama con i propri famigliari al fianco, tutti allegri e compartecipi dell’impresa compiuta. “Siamo una famiglia e siamo arrivati qui insieme, dosando e amministrando ciascuno le sue forze, incoraggiandoci a vicenda, facendoci spronare dalle corse in avanti di alcuni o dovendo trascinare un po’ qualcun altro che si attardava in fondo alla fila”.

Quando le vacanze famigliari – che siano al mare o ai monti – tornano ad essere più equilibrate per i genitori sulla bilancia riposo/fatica, ecco che iniziano ad interporsi appuntamenti esterni. Con buona pace delle mamme e dei papà più apprensivi, arriva la stagione delle vacanze-studio all’estero, o dei campi scout o con l’oratorio. Sottrazioni di figli anch’esse ambivalenti. In alcuni casi toccasana educativi da cui i ragazzi tornano edificati e cresciuti in pochi giorni, altre volte solo esperienze forti soprattutto per la mancanza di comunicazioni. Un silenzio che tempra il carattere di alcuni (anche fra gli adulti), ma talvolta fiacca personalità più fragili che rischiano di attaccarsi ancora di più ai genitori.

Le vacanze sono, dunque, davvero di famiglia in un lasso ristretto di anni, poi sempre più i genitori vedono scemare i giorni trascorsi per intero insieme ai figli, salvo riemergere con verve come nonni in qualità baby sitter o aiutanti a tutto campo. Effettivamente le vacanze da scuola – che solo in parte coincidono con quelle degli adulti dal lavoro – divengono un terreno propizio per quel legame speciale che si instaura fra nonni e nipoti. Un tempo franco che più di altri si allontana dall’otium litterarum degli antichi perché in quei giorni molto spesso, a differenza dei nostri avi latini, lo studium (dei compiti!) viene del tutto disertato.

In questo tempo talvolta i coniugi, seppur disabituati, possono riprovare l’ebbrezza di qualche giorno di coppia, ma è un allenamento, quello di saper stare soli, che non si dovrebbe mai perdere, cercandosi dei momenti speciali, un tempo di qualità, anche nel corso dell’anno.

In alcune ricorrenze può anche darsi che l’intera famiglia (magari prima che i figli grandi si fidanzino) progetti un viaggio. Le mete e le durate variano a seconda del budget a disposizione, ma di solito quando si pianifica una vacanza itinerante, le tante necessità organizzative fanno sì che aumentino anche le aspettative e i desideri più o meno espressi. Sono giorni intensi in cui la convivenza più stretta e continuativa del solito può portare a qualche attrito ma in cui, se tutti si sintonizzano sulla nota giusta, possono nascere musiche bellissime e ricordi indimenticabili… quelli che una volta finivano sull’album sotto forma di foto e oggi possono diventare veri e propri film fatti in casa.

Insomma le vacanze seguono la curva delle nostre età, possono essere rigeneranti o piene di incognite stressanti… possiamo correre il rischio di spaventarci se troppo avventurose o annoiarci se troppo domestiche. Come dicevano gli antichi… non è lo smettere in sé dall’attività lavorativa che porta benessere quanto il cambiare quello che si fa per tante settimane in qualcosa di nuovo e diverso.

Ancora una volta pare che il segreto sia voler uscire da sé, per volere bene, per essere per gli altri e riscoprirsi pieni di risorse e doni da regalare e fare così, con una sorta di ossimoro, delle “vacanze piene”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)