Santa Giustina in Colle. Un punto fermo per la comunità. Ieri e oggi

Le Suore di carità delle sante Capitanio e Gerosa celebrano quest’anno ottant’anni di presenza in parrocchia. Hanno fortemente segnato la comunità, anche quella civile. Ebbero un ruolo fondamentale durante l’eccidio del 27 aprile 1945. "Siamo riconoscenti di questi ottant’anni – sottolinea don Claudio Bortignon, il parroco – È forte il legame con le suore, testimoni di carità e disponibilità"

Santa Giustina in Colle. Un punto fermo per la comunità. Ieri e oggi

Una presenza, un punto di riferimento importante, un’istituzione fondamentale per Santa Giustina in Colle: sono le Suore di carità delle sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, conosciute come suore di Maria Bambina, che quest’anno festeggiano ottant’anni di presenza nella comunità parrocchiale. E insieme a loro anche la scuola dell’infanzia compie lo stesso traguardo. Una storia comune. La data ufficiale è il 16 luglio, quando nel 1941, l’allora vescovo Carlo Agostini benedice la scuola. La festa però è rimandata in autunno, per la ricorrenza di santa Giustina, patrona della comunità.

Da un paio di anni le suore non si occupano più direttamente dell’educazione dei bambini, ma la loro presenza resta una testimonianza viva e concreta di quella carità che è il carisma della loro congregazione, fondata a San Giorgio in Lovere, Bergamo, il 21 novembre 1832. «Essere strumenti visibili della carità in un paese povero – spiega suor Roberta Campagnolo, la madre superiora – questa era la volontà delle nostre fondatrici. Ed è quello che abbiamo sempre cercato di fare anche noi. Essere vicine ai bisognosi. Per le fondatrici voleva dire stare accanto in particolare alle ragazze, alle famiglie povere, per noi invece ai bambini e ora agli anziani e ai malati della parrocchia».

Di un asilo a Santa Giustina si inizia a parlare già nel 1925, quando la fabbriceria, l’attuale consiglio per la gestione economica della parrocchia, decide di acquistare il terreno dove sorge ora la scuola, nell’area dell’antico brolo lungo la strada che porta a Camposampiero. I lavori iniziano il 28 novembre 1938 e finiscono nel 1940 con l’aiuto concreto della popolazione. È stato don Giuseppe Lago, allora parroco, a richiedere la presenza delle Suore di Maria Bambina, perché avendo una sorella nella congregazione ne conosceva il carisma.

«Prima c’era una parvenza di asilo – racconta Giampietro Beghin, vicepresidente del consiglio pastorale parrocchiale – ospitato nelle aule sotto la sala teatro, attuale sala di comunità, gestito da ragazze del paese. Le Suore di Maria Bambina avevano chiesto la licenza di aprire una casa filiale della congregazione con l’intento di dirigere la scuola materna e seguire anche le ragazze. Il vescovo accolse la domanda e autorizzò l’apertura tenuto conto anche delle esigenze della gioventù femminile. La sera precedente alla benedizione degli spazi, dice la cronaca parrocchiale, giunsero a Santa Giustina in Colle le prime suore, suor Alessandra Conti, suor Teresa Vaccari e suor Domenica Gasparini».

Tanti a Santa Giustina hanno frequentato questa scuola materna e quindi è inevitabile ci sia un grande affetto, una riconoscenza nei confronti delle suore che si sono succedute, ben 63 in questi ottant’anni. «Sono un punto fermo e continuo nella storia – sottolinea Beghin – Quando si parla di asilo a Santa Giustina si parla di queste suore. Per la nostra comunità è un privilegio averle». «Alle prime suore – racconta suor Chiara Cogo – venne affidato il servizio di direzione della scuola materna, il doposcuola, un laboratorio di scuola-lavoro per ragazze e l’oratorio festivo. In questo modo potevano venire incontro alle necessità delle famiglie più povere e bisognose ed essere per tutti un punto di appoggio e di riferimento secondo il nostro carisma».

Nei primi anni di attività, in pieno periodo di guerra, le suore si sono distinte anche per un atto di grande coraggio e fedeltà, un episodio passato alla storia. «Nel 1945 suor Teresa Vaccari insieme a suor Teresa Conti e suor Maddalena Zazzeron – continua suor Cogo – sostenute dallo spirito pietoso e coraggioso, piene di fiducia in Dio, lasciarono un segno indelebile di testimonianza. In occasione dell’eccidio del 27 aprile, quando morirono il parroco don Giuseppe Lago, il cappellano e altri civili, sfidando gli ordini del comando tedesco di non rimuovere i cadaveri, anche a costo della loro vita, si presero cura delle vittime e le ricomposero dignitosamente».

È suor Teresa Vaccari, ricordata per il suo temperamento e coraggio, ma anche per la sua disponibilità e dolcezza, a dirigere le operazioni di recupero delle salme, lasciate abbandonate sul sagrato della chiesa. La cronaca racconta che i tedeschi, giunti sul luogo dove erano state ricomposte le salme, anziché reagire in malo modo, probabilmente proprio di fronte alla presenza coraggiosa di queste tre suore, non fanno altro che tacere e allontanarsi in silenzio. Per questo atto di estremo coraggio nel 1965 l’amministrazione comunale ha conferito alle suore la medaglia d’oro al valore civile e a suor Vaccari anche la cittadinanza onoraria.

«La comunità – conclude suor Roberta Campagnolo – ha una forte riconoscenza nei confronti di noi suore, tutte hanno lasciato un bellissimo ricordo. Qui abbiamo vissuto il carisma della carità. Siamo vicino ai bambini piccoli e ai giovani, ora più agli anziani, ai malati, proprio come Bartolomea Capitanio che aveva nel cuore la carità e si è adattata a star vicino a chi aveva bisogno. Siamo nel cuore della comunità anche grazie al nostro carisma».

Suor Vaccari

Quest’anno la parrocchia ha ricordato anche i 50 anni dalla morte di suor Teresa Vaccari, avvenuta il 25 febbraio 1971, che a Santa Giustina è stata maestra fino al 1950 e poi superiora fino al 1958. «Un ricordo che mi commuove sempre è legato proprio alla morte di questa suora coraggiosa – sottolinea suor Roberta Campagnolo – Era a Venezia quand’è mancata, ma la comunità di Santa Giustina, compatta, ha voluto che prima di “tornare” a Crespano, dove è nata, passasse in paese per onorarla. Sono ricordi molto vividi, commoventi, momenti che la comunità rivive ancora».

Dedicata a don Giuseppe Lago, la scuola dell’infanzia

Oggi la scuola dell’infanzia don Giuseppe Lago può accogliere 170 bambini fra scuola dell’infanzia (quest’anno 116 con sei insegnanti), sezione Primavera (2-3 anni, 18 bambini e due educatrici) e nido integrato (12-36 mesi, 30 bambini e quattro educatrici e una ausiliaria). Le suore presenti in parrocchia sono Roberta Campagnolo, Chiara Cogo, Giovannina Selvi e Fides Coccato.

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