Il mondo 2.0? Si impara alla scuola dell’infanzia

Si chiama “Digit@l-mente #Consapevoli e Ap(p)erti” ed è il progetto di formazione sulle competenze digitali che verrà svolto a partire dal prossimo anno scolastico nelle scuole dell’infanzia delle parrocchie di Bronzola e Fiumicello. Perché oggi smartphone e tablet si prendono in mano fin da piccoli, ed è bene sapere come utilizzarli.

Il mondo 2.0? Si impara alla scuola dell’infanzia

«Tutto è nato grazie all’intraprendenza della nostra coordinatrice Elisabetta Bellomo – racconta il parroco don Mattia Bezze – che ha pensato a un progetto per educare i ragazzi all’uso corretto dei mezzi di comunicazione digitale, un tema che viene richiesto dalle nuove indicazioni del ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca, ma che in pochi affrontano».

L’iniziativa vede la collaborazione di esperti dello Iusve, l’istituto universitario salesiano di Mestre.
Mercoledì 11 maggio il progetto è stato presentato durante una serata di formazione su mezzi di comunicazione e new-media che si è svolta con una ricca platea di esperti nella sala consiliare del comune di Campodarsego, che ha sposato l’iniziativa: «È stata una serata molto bella e intensa, che ci ha permesso di affrontare il tema in modo interattivo – aggiunge don Mattia – Questi nuovi media ci sono. Chiuderci gli occhi e dire che non li vogliamo ci taglierebbe fuori dal mondo, come sarebbe altrettanto dannoso lasciarci soffocare: noi adulti dobbiamo padroneggiare questi mezzi per poter aiutare i più piccoli, diventando buoni educatori».

«Essere scuola cattolica vuol dire essere scuola di qualità» – conferma la coordinatrice delle scuole dell’infanzia di Bronzola e Fiumicello Elisabetta Bellomo – «Bisogna saper cogliere la realtà di questo momento storico».
Come spiega don Mattia, partire dagli adulti per educare i bambini: «Il progetto prevede la formazione dei genitori e degli insegnanti, ciascuno con le sue specificità». Oltre alla formazione, colonna portante della proposta sarà un progetto di ricerca: «Gli esperti dello Iusve porteranno avanti uno studio comparativo tra le app e i libri tradizionali. Gli esiti della ricerca orienteranno successivi eventi formativi».
Infine, altro punto di forza è l’approccio laboratoriale: «A scuola useremo i tablet con i ragazzi, concentrandoci su alcune applicazioni della casa editrice per ragazzi Koo-Koo books».

Formazione, non istruzioni per l’uso
«I bambini imparano presto a usare le nuove tecnologie. Vogliamo invece insistere sul piano della relazione con lo strumento e con gli altri: un bambino che impara una sana relazione con i mezzi informatici la conserverà a lungo, anche quando si ritroverà alla scuola primaria e secondaria».

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