Festa al Rex per i primi 40 anni di carriera del mimo Charlie

Sabato 7 febbraio alle 21, sul palco del teatro Rex di Cristo Re, quattro artisti padovani (Carlo Agostini, Silvia Aufiero, Alessandro Modenese e Alessandro Benfatto) intrecciano le loro arti per Mimanda Gaber - Special, spettacolo del regista Ernesto Aufiero che dà l'occasione di festeggiare gli oltre 40 anni di carriera artistica del mimo Charlie.

Festa al Rex per i primi 40 anni di carriera del mimo Charlie

Spegne 60 candeline in questi giorni (il 5 febbraio per la precisione) il mimo Charlie e festeggia il 41° anniversario del suo ingresso nel mondo dello spettacolo. Ma lo show che lo vede coprotagonista, sabato 7 febbraio al cinema teatro Rex di Cristo Re, non è una festa per lui, è piuttosto una serata che Charlie, insieme a un gruppo affiatato di amici, vuole donare alla sala della comunità, il Rex per l’appunto, in cui ha esodito e a cui è rimasto legato. La festa, il cui ricavato sarà interamente devoluto alle necessità del cinema parrocchiale, inizia alle 21 e s’intitola Mimanda Gaber – special.

Sotto la regia di Ernesto Aufiero si succedono sul palco un mimo (Carlo Agostini, Charlie per l’appunto), un attore, Alessandro Benfatto, una ballerina, Silvia Aufiero, e un musicista, Alessandro Modenese: tutti e quattro, a loro modo, secondo la loro arte e la loro personalità interpreteranno alcuni testi delle canzoni di Giorgio Gaber, a partire da quella famosa Libertà che «non è il volo di un moscone», come ricordano le quattro mosche che si sono emblematicamente posate sulla locandina dell’evento. «Le storie di Gaber – spiega Charlie – sono quelle di tanti di noi, e sono insieme un incredibile viaggio pieno di sorprese, di allegria, nonostante lo spettacolo abbia un’inevitabile, sana e sacrosanta dose di amarezza. La scena ricrea un’atmosfera essenziale e consente di rimanere legati all’urgenza di dire le cose qui e ora, e soprattutto cantarle recitarle mimarle danzarle come se fossero rivolte a un interlocutore fisicamente presente.

Lo spettacolo è un omaggio al cantautore, ma senza alcun senso di sudditanza, rispettando la libertà espressiva e l’originalità di ciascuno di noi». Un’originalità che Carlo Agostini ha cominciato a coltivare da subito, quando ancora era alle elementari: «Ero timido e quindi non ero bravo con le parole. Visto che “meno parlavo meglio era” ho imparato a esprimermi con i gesti, come valvola di sfogo. Ho elaborato un mio linguaggio che deve molto a Tati, a Marceau, a Chaplin, alle gag dei clown. Ne è venuta fuori una comicità semplice, grottesca, che non usa la volgarità né la politica per strappare un sorriso al mio pubblico. Dico “strappare” perché oggi i motivi per ridere sono sempre meno». Nei quarant’anni più uno di carriera, Charlie è rimasto fedele alla sua parsimonia di parole perché, come dice Mogol, «chi parla tanto accelera senza inserire la marcia», ma non sono mancate le crisi, i ripensamenti, causati dai cambiamenti dei gusti del pubblico (quando furoreggiava il cabaret parlato) e da vicende personali, come la morte dell’amico Stefano Varotto sei anni fa. «Ero convinto che non sarei più salito su di un palco, invece eccomi qua, a tagliare il traguardo dei mille spettacoli. Un momento di svolta è venuto quando ho capito che potevo fare a meno delle parole, ma non della musica, magari dal vivo. La collaborazione con Alessandro Modenese mi ha dato e mi dà molto». Così il gruppo di amici continua ad andare nei teatri, nelle feste dell’Ac, alle sagre paesane, dovunque venga chiamato, portando la gestualità e le smorfie comiche di Charlie Agostini e Renato Cestaro, la chitarra e la voce di Alessandro Modenese: un originale connubio artistico per una serata di puro divertimento. E spesso alla fine ci scappano le note dedicate a Stefano de L’anno che verrà: Caro amico ti scrivo…

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