Siria, 5 anni di conflitto: 7 milioni di bambini vivono in povertà

Nuovo rapporto Unicef nell'anniversario dell’inizio del conflitto: circa 8,4 milioni di bambini - oltre l’80% della popolazione infantile della Siria - sono colpiti dalla guerra, sia all'interno del paese che come rifugiati nei paesi vicini.

Siria, 5 anni di conflitto: 7 milioni di bambini vivono in povertà

Circa 3,7 milioni di bambini siriani – 1 su 3 tra tutti i bambini siriani – sono nati dall’inizio del conflitto cominciato 5 anni fa: vite condizionate da violenze, paure e fughe. Un dato che comprende oltre 306 mila bambini nati come rifugiati dal 2011.

Secondo il nuovo rapporto Unicef  “Nessun luogo sicuro per i bambini”, a 5 anni dall’inizio della guerra civile circa 8,4 milioni di bambini -  oltre l’80% della popolazione infantile della Siria – sono adesso colpiti dal conflitto, sia all’interno del paese che come rifugiati nei paesi vicini.

“In Siria, le violenze sono diventate la normalità, colpendo case, scuole, ospedali, cliniche, giardini, parchi per giocare e luoghi di preghiera,” ha dichiarato Peter Salama, Direttore Regionale dell’Unicef per il Nord Africa e il Medio Oriente. “Circa 7 milioni di bambini vivono in povertà, che ha reso la loro un’infanzia di mancanze e deprivazioni.”

Bambini strumenti di guerra

L’Unicef ha verificato circa 1.500 gravi violazioni commesse contro i bambini nel 2015. Oltre il 60% di queste violazioni erano casi di uccisioni e mutilazioni causate da armi esplosive usate in aree popolate. Oltre un terzo di questi bambini è stato ucciso a scuola o lungo la strada per raggiungere le strutture scolastiche. Nei paesi vicini, il numero di rifugiati è circa di 10 volte più alto oggi che nel 2012. Metà dei rifugiati sono bambini. Oltre 15 mila bambini separati e non accompagnati hanno superato il confine della Siria.

“In 5 anni di guerra, milioni di bambini sono cresciuti troppo in fretta,” ha continuato Salama. “In questo conflitto che non accenna a finire, i bambini stanno combattendo la guerra degli adulti, stanno continuando a non frequentare le scuole e molti sono costretti a lavorare, mentre le ragazze si sposano molto giovani”. Nei primi anni del conflitto, la maggior parte dei bambini reclutati da gruppi e forze armate erano ragazzi tra i 15 e i 17 anni. In un primo momento venivano impiegati in ruoli di supporto lontano dalla linea del fronte. Dal 2014, tutte le parti in conflitto hanno reclutato bambini, anche giovanissimi – il più giovane ha 7 anni – e spesso senza il consenso dei genitori.

Tra i casi di reclutamento di bambini nel 2015 verificati dall’Unicef oltre la metà aveva meno di 15 anni, rispetto a meno del 20% nel 2014. Questi bambini ricevono una formazione militare e partecipano ai combattimenti, o svolgono al fronte ruoli rischiosi per la loro vita, compreso il fatto di maneggiare le armi, assicurare le riforniture dei checkpoint e la cura e l’evacuazione dei feriti in guerra. Le parti in conflitto stano utilizzando i bambini per uccidere, anche come esecutori o cecchini.

Una delle sfide più significative durante il conflitto è quella di garantire un’istruzione ai bambini. 

I tassi di frequenza scolastica in Siria sono calati drasticamente. Secondo l’Unicef oltre 2,1 milioni di bambini in Siria, e 700.000 nei paesi vicini, non frequentano le scuole. In risposta, l’Unicef e i suoi partner hanno lanciato l’iniziativa “No Lost Generation” sull’istruzione e per dare opportunità ai giovani e ai bambini.

“Non è troppo tardi per i bambini della Siria. Loro continuano a sperare in una vita dignitosa e con opportunità. Loro ancora hanno sogni di pace e hanno la possibilità di realizzarli”, ha concluso Salama.

Il rapporto chiede alla comunità internazionale di intraprendere 5 passi per proteggere una generazione di bambini della Siria: di porre fine alla violazione dei diritti dei bambini; Interrompere gli assedi e migliorare l’accesso umanitario in Siria; garantire 1,4 miliardi di dollari per il 2016 per dare ai bambini opportunità di istruzione; ridare ai bambini dignità e rafforzare il loro benessere psicologico; trasformare le promesse di finanziamento in impegni. L’Unicef ha ricevuto solo il 6% dei fondi richiesti per il 2016 per aiutare i bambini siriani sia all’interno del paese sia quelli rifugiati nei paesi vicini.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)