Chiesa nel mondo

Satou Yukio è originario di Ishinomaki, uno tra i comuni più colpiti dal terremoto e dallo tsunami del 2011. Accetta, anche se a fatica, di raccontare cosa è successo nella sua città e la morte del padre travolto dalle acque del mare. Nel suo viaggio in Giappone, Papa Francesco incontrerà le vittime di quel “triplice disastro”. “Abbiamo visto attorno a noi solo corpi. Corpi dappertutto: dentro le case, sulla strada. Dappertutto. Ai cadaveri si aggiungeva la devastazione. Le case, i capannoni, le fabbriche. Era tutto distrutto. Un asilo intero fu spazzato via”.

“Visitare un piccolo gregge di cattolici, con radici storiche profonde, che vivono tra religioni diverse, per dare loro sostegno e incoraggiamento”. È questo, ha detto il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, lo scopo principale del 32° viaggio apostolico del Papa, che si recherà in Thailandia e Giappone dal 19 al 26 novembre.

Nagasaki, Hiroshima, Fukushima. Il Papa va in Giappone per abbracciare le pagine oscure scritte nella storia di questo Paese per farne un monito di pace per il futuro e un grido per la protezione della terra. “Il nucleare è pericoloso”, spiega il vescovo Otsuka. “Di fronte ai disastri di cui è stato testimone il nostro Paese, il suo uso non è moralmente accettabile. Noi speriamo che la visita di Papa Francesco incoraggi quel processo di riconversione che possa presto convertire non solo l’area di Fukushima ma tutto il Paese nell’energia rinnovabile”

La Chiesa statunitense da tempo sollecita i legislatori a trovare una soluzione che implichi la cittadinanza e fornisce accompagnamento legale e sostegno psicologico a tutti quelli che da oltre un anno vivono nella sospensione della deportazione e su questo fronte non intende fermarsi. Il neoeletto presidente della Conferenza episcopale, mons. Josè Gomez ha voluto sottoporre al dibattito con i suoi confratelli altri tre punti sull’emergenza migratoria che le comunità si trova a vivere sia ai confini che in gran parte del Paese

"Algor-etica". È il neologismo coniato dal Papa per scongiurare gli abusi in rete, in agguato soprattutto per i minori. Tra i fenomeni più preoccupanti: la crescita esponenziale della pornografia, anche tra i bambini. Bilanciare tutela della privacy e contrasto del crimine