Chiesa nel mondo

Don Roberto Cassano, parroco di San Paolo della Croce nel quartiere  di Corviale, a Roma, unendo la cura pastorale alla passione per l’informatica, disciplina in cui è laureato e ambito nel quale ha lavorato prima del sacerdozio, è riuscito a realizzare una piccola piattaforma web per portare la parrocchia nelle case dei suoi parrocchiani. E spiega: "Pur non vedendo nessuno, in una chiesa vuota, sappiamo, grazie alla tecnologia, di avere di fronte a noi un’assemblea viva, che partecipa e dà ragione al nostro essere sacerdoti per il popolo e con il popolo"

“Questa domenica di Quaresima tutti insieme preghiamo per gli ammalati, per le persone che soffrono. E oggi vorrei fare con tutti voi una preghiera speciale per le persone che con il loro lavoro garantiscono il funzionamento della società: i lavoratori delle farmacie, dei supermercati, del trasporto, i poliziotti. Preghiamo per tutti coloro che stanno lavorando perché in questo momento la vita sociale, la vita della città, possa andare avanti”.

Il suo sorriso era proverbiale ed era la strada per una capacità non comune di stemperare le tensioni e favorire il dialogo; i suoi editoriali erano sempre scritti con l’arguzia che solo i sempre più rari maestri del giornalismo hanno saputo avere. Durante il suo mandato aveva voluto incontrare il maggior numero di redazioni nei luoghi dove esse operano per sottolineare quel rapporto col territorio che è elemento costitutivo delle testate diocesane sin dalla loro fondazione

Nello sguardo di don Vincenzo abbiamo davvero conosciuto lo sguardo della misericordia del Padre, uno sguardo che non condanna ma sa solo aprirsi a un amore infinito. È quello sguardo sacerdotale che, come quello di Cristo, condanna il male, senza rinunciare mai ad amare i peccatori

“In questi giorni difficili ci sentiamo tutti impegnati ad esprimere vicinanza agli ammalati e a quanti con grande generosità se ne prendono cura, alle famiglie che si trovano nel disagio e a coloro che in vario modo cercano di offrire un aiuto. Trovo doveroso però rivolgere un pensiero particolare a voi, sacerdoti, per la bella testimonianza che state offrendo ai fedeli delle nostre parrocchie e a tutte le persone che guardano alla Chiesa. State davvero esprimendo il volto bello della Chiesa amica, che si prende cura del prossimo”. 

Quando riusciremo dalla nostra quarantena quaresimale, forse ci approcceremo all’altro con più circospezione; prendiamo sul serio la lezione della vita, e facciamo in modo che l’esitazione divenga delicatezza, e che il nostro accesso al corpo dell’altro, con un contatto che deve dire solo fraternità, non sia mai più banalizzato