PER LEI, quando la leadership passa dal lavoro

Uno sguardo sul fenomeno della migrazione femminile grazie all'attivismo delle stesse protagoniste: con il progetto PER_LEI dedicato a percorsi di leadership e inserimento lavorativo per donne con background migratorio

Testo a cura di Isabella Mancini, presidente di Nosotras Onlus, con il contributo di Carol de Almeida e Giulia Neri Serneri

PER LEI, quando la leadership passa dal lavoro

Audrey in Camerun aveva una patente per guidare battelli di linea e autoarticolati: è arrivata in Europa per ricongiungersi con il marito, infermiere. Le cose poi sono andate diversamente da quanto previsto e Audrey oggi prova a ricominciare in un luogo dove le persone hanno un altro colore della pelle, e glielo ricordano tutti i minuti che condividono con lei, dove il suo diploma può stare solo in una cornice e la sua capacità di parlare tre lingue sembra essere un intralcio perché l’italiano lo parla con accento francese.

Fatoumata è scappata dal suo Paese e c’è solo una cosa che non ha mai perso, nonostante i numerosi trasferimenti, le fughe pericolose e non aver passato più di due notti nello stesso posto per lunghi mesi: il suo diploma di odontotecnica. Lo deve ancora far tradurre ma non vede l’ora di poter tornare ad esercitare il suo lavoro per il quale ha studiato cinque anni, fatti di lunghe fatiche, lontano dalla madre e dalle sorelle in un convitto dove doveva lavorare tutti i fine settimana per poter ripagare i costi per il suo mantenimento.

Miluna è venezuelana ma i suoi studi superiori li ha fatti in Cile e, quando ha dovuto scegliere, dove stare è fuggita in Europa: un percorso socio-sanitario che se avesse modo di far riconoscere le permetterebbe l’accesso all’università e magari tra tre anni entrare a lavorare come infermiera. Suo figlio di cinque anni le chiede sempre quando la mamma lo porterà a vedere come funziona un reparto di pediatria, da grande vuole fare il dottore dei bambini.

Tutte e tre hanno meno di 28 anni.

La migrazione ha da sempre rappresentato per le donne la porta di accesso a un percorso di emancipazione caratterizzato dal protagonismo assoluto, protagonismo che hanno dovuto imparare a pagare con la negazione della loro individualità sia nella comunità di appartenenza che in quella di accoglienza che le ha in maniera semplicistica incluse in un'unica categoria di vittime passive. Quasi il 70% delle donne titolari di un permesso di soggiorno lo ha di lungo periodo e, tra quelle titolari di permessi a termine, il 31% lo ha per motivi familiari, solo un quarto per ragioni di lavoro e solo poco più del 7% per motivi di protezione (elaborazione dei dati del ministero dell’Interno da Idos per il Rapporto Immigrazione 2023).

E se vogliamo andare a sbirciare tra i numeri dei rapporti sui dati delle migrazioni nel nostro paese che riguardano le donne quelli che colpiscono riguardano proprio il mondo del lavoro: le donne migranti sono solo per il 42% occupate, il divario con gli uomini migranti (che misura il tasso di occupazione) è di 26,3 punti percentuali mentre tra donne e uomini italiani si attesta a 16,7 punti. Infine, se occupate, le donne straniere lo sono solo in tre ambiti professionali: collaboratrici domestiche, addette alla cura alla persona e alle pulizie.

Nosotras Onlus, associazione interculturale di donne native e migranti che ha appena compiuto 26 anni, dal 2000 ha sul territorio sportelli di ascolto per l’orientamento delle donne ai servizi, pubblici e del privato sociale. Dall’ascolto, in questo lungo periodo, sono emersi numerosi tipi differenti di progettualità che potessero rispondere ai bisogni espressi dalle stesse donne che a questi sportelli di sono rivolte. Recentemente ha focalizzato la sua attenzione su un target che sembrava essere scomparso dall’interesse generale: donne straniere, lungo soggiornanti, con Pds per motivi di lavoro, prevalentemente appartenenti a famiglie monoparentali, con figli e con percorsi di formazione qualificata nei paesi di origine.

Nel 2022, con la Fondazione ItaliaHello ETS, che opera nel settore della migrazione e dell’accoglienza, in particolare sul tema dell’accesso alle informazioni come strumento fondamentale per l’autonomia dei migranti, ha realizzato un progetto orientato all’empowerment di questo target e nel 2023 ha implementato questa esperienza affiancando nuovi servizi e nuovi strumenti in una nuova progettualità, Per_Lei (percorsi di leadership e inserimento lavorativo per donne con background migratorio). Sostenuto con il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze quelle donne che come Audrey, Fatoumata, Miluna, nel corso degli ultimi mesi si erano recate agli sportelli dell’associazione hanno trovato delle risposte e lo hanno fatto insieme.

Lo svantaggio strutturale che vivono tutte le donne, per questo target viene aggravato da una serie di plus tra i quali l’assenza di modalità semplici e veloci ed economiche per il riconoscimento dei titoli di studio. Se i venti anni di ascolto di storie di donne di ogni provenienza non fossero stati sufficienti ad una sintesi analitica, questa associazione, radicata nell’area metropolitana fiorentina, ha poi deciso di condurre una indagine, per proprio conto che provasse ad individuare alcuni dei motivi per i quali alle donne migranti l’accesso al lavoro passasse quasi solo da quelli di cura. Centocinquanta questionari somministrati a donne-madri-lavoratrici italiane e migranti hanno fatto emergere tre fattori come critici per le scelte di crescita personale, di empowerment di queste donne: la gestione dei figli in assenza di un sistema di affiancamento strutturato per lavoratrici in forte precarietà, la difficoltà di accesso alla mobilità autonoma e il riconoscimento rapido del percorso di conoscenze già acquisito, sia formalmente che informalmente.

Questa centrifuga di allontanamento dalla possibilità di accedere a percorsi di crescita pensati per il miglioramento delle condizioni di vita individuali, e di conseguenza della propria famiglia, avviene nel silenzio politico di un Paese, l’Italia, che quando sente parlare di migrazione non riesce a connettere significati e significanti: mentre formiamo i nostri “cervelli” per farli poi fuggire all'estero non si è in grado di sfruttare neanche quelli che invece scelgono il Bel Paese per far crescere il proprio futuro.

Il progetto Per_Lei ha così affiancato agli strumenti classici dei progetti di empowerment (rafforzamento di conoscenze, supporto all’orientamento, ridefinizione dei curricula vitae e dei percorsi di formazione, supporto alla formazione professionalizzante, attività di coaching individuale e percorsi di mentoring) quelli politici di una comunità viva, come quella espressa da una associazione, coinvolgendo numerosi e differenti stakeholders, pubblici e privati. L’assessorato regionale di riferimento (è la Regione che ha competenze in merito alla formazione degli adulti), alcune realtà di agenzie formative, gli ordini professionali, le donne migranti, le associazioni che le possono rappresentare, i sindacati: seduti insieme per verificare l’esistenza di raccolte dati dedicate e localizzate (non esistono, nda), individuare eventuali strategie per rafforzare l’indirizzamento delle richieste e segnalare quelle buone prassi che fino ad oggi sono state sperimentate (poche e pensate per altre tipologie di tipi di Pds). Da questo confronto sono emersi per lo meno due buoni risultati: il primo che riguarda l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Firenze e Pistoia che si è impegnato ad attivare, su richiesta e appuntamento, uno sportello di accompagnamento per quelle donne che avessero avuto una laurea in materie infermieristiche nel loro Paese d’origine.

Il secondo è invece un toolkit gratuito, multilingue e disponibile in versione scaricabile Pdf. Si tratta di uno strumento di raccolta delle informazioni più recenti e meglio organizzate sul tema del riconoscimento dei titoli di studio in più lingue. Grazie al servizio di traduzione multilingue della Fondazione ItaliaHello ETS, il toolkit è oggi disponibile in italiano, inglese, francese, spagnolo e albanese con l’obiettivo di raggiungere un target più ampio. In questo pratico strumento vengono illustrati anche concetti apparentemente ovvi ma che richiedono una comprensione più approfondita: come definire un titolo di studio, cosa significa l'equipollenza dei titoli e, ancora , anche cosa implica il processo di riconoscimento. Nella guida sono indicati i documenti necessari per avanzare una richiesta di riconoscimento del proprio titolo di studio estero in Italia, insieme a istruzioni su come e quando procedere con la dichiarazione di valore o con le traduzioni legalizzate o asseverate del proprio titolo. Inoltre, viene affrontato anche il tema delle qualifiche professionali e del passaporto europeo delle qualifiche dei rifugiati.

Al progetto Per_Lei hanno partecipato, ai percorsi di formazione (orientamento al mondo del lavoro e informazione sui contratti del settore dei servizi; orientamento ai percorsi formativi e coaching di gruppo e individuale; stesura di un nuovo curriculum vitae, ad esempio) circa quaranta donne provenienti dai paesi più disparati: Honduras e Afghanistan, Perù e Moldavia, Eritrea e Marocco, Albania e Cina. Tra di loro cinque hanno seguito un percorso di formazione da mentor per attività di mentorship e due di loro hanno svolto un percorso di mentoring. Una goccia in un mare.

“(…) L’emigrazione non rientra nei sogni di bambina delle donne che oggi sono immigrate. Si sogna e si progettano gli studi, la carriera o la famiglia. I sogni a volte si infrangono e allora si riprogetta e quel nuovo progetto può prendere la forma di un viaggio, un viaggio grazie al quale cercare di realizzare quel che resta di quei sogni o semplicemente sopravvivere” scriveva nel 2001 l’allora presidente di Nosotras Onlus Mercedes Frias (in Donne Migrazioni e diversità, l’Italia di oggi e di domani, 2001- atti del convegno dell’8 marzo del dipartimento Pari opportunità sotto la presidenza del Consiglio dei ministri). Ancora oggi, dopo 25 anni, il discrimine tra essere o non essere sta in quel crinale che divide la sopravvivenza dal vivere, l’essere dal non essere cittadine.

E’ possibile conoscere i dettagli del progetto consultando i siti web delle due realtà associative, Nosotras Onlus e Fondazione ItaliaHello.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)