Ucraina, Soleterre: "Siamo con i bambini a Kiev, hanno paura"

La testimonianza della coordinatrice della ong, Natalia Onipko, dal seminterrato rifugio di una casa accoglienza per minori oncologici nella capitale ucraina "Qui ci sono bambini che lottano per la loro vita contro il cancro e che ora devono lottare anche contro le follie di Vladimir Putin. E' molto difficile, molti hanno vissuto il conflitto del 2014"

Ucraina, Soleterre: "Siamo con i bambini a Kiev, hanno paura"

"Qui ci sono bambini che lottano per la loro vita contro il cancro e che ora devono lottare anche contro le follie di Vladimir Putin. Con loro anche minori che hanno già attraversato il conflitto del 2014: stessa cosa, vivono la recidiva della malattia, e ora anche quella della guerra". A parlare del seminterrato rifugio di una casa accoglienza per bambini oncologici di Kiev è Natalia Onipko, coordinatore dei progetti umanitari della ong italiana Soleterre in Ucraina, che gestisce anche la struttura da cui parla la dirigente.

Il contesto della testimonianza, in un videomessaggio che mostra anche gli interni delle stanze dei rifugi, tra letti, cartoni e televisioni che raccontano il conflitto, è quello dell'operazione militare lanciata dalla Russia all'alba di ieri. Stando a diverse fonti, sia ucraine che internazionali, le truppe di Mosca sono in avvicinamento alla capitale ucraina mentre i bombardamenti dell'aviazione continuano da ieri.

Soleterre a Kiev interviene presso l'Istituto nazionale del cancro. Vista la situazione, l'organizzazione ha deciso di trasferire d'urgenza quattro famiglie di minori in un ospedale di Ternopil, capoluogo della regione omonima situata 360 chilometri a est della capitale e poco più di 200 a ovest del confine polacco.

L'ong riferisce di essere pronta ad "avviare i protocolli terapeutici dei bambini trasferiti dall'Istituto del Cancro e attrezzare una struttura di accoglienza".

Chi è rimasto nella capitale intanto, si rifugia nel semiterrato della 'Dacha', il nome delle case di campagne tradizionali russe che per Soleterre è una casa di accoglienza per i ragazzi che si stanno sottoponendo alle cure per i tumori.

"Sono molto impauriti", ribadisce Onipko, anche presidente dell'associazione locale Zaporuka, che poi aggiunge, quasi a voler fare un appello: "E' molto difficile, molti bambini hanno vissuto il conflitto del 2014, quando il mondo non ci ha voluti ascoltare, credendo che si trattasse di una guerra civile ma solo una guerra della Russia". Il riferimento è al conflitto nato otto anni fa dopo l'annessione unilaterale della Crimea da parte di Mosca. In quel contesto nacquero le due autoproclamate repubbliche indipendenti il cui riconoscimento da parte di Putin, in settimana, ha preceduto l'innesco del conflitto in corso in queste ore.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)