Basterebbe leggere l'articolo 10 della Costituzione...

Il neo ministro dell’interno e il grande fenomeno immigrazione. "Cresciuto a pane e proclami, per lungo tempo è stato ingozzato come un tacchino di cose inesistenti, come Padania e ampolle del dio Po"

Basterebbe leggere l'articolo 10 della Costituzione...

Gli immigrati continuano ad arrivare, nonostante il mare grosso, nonostante il mare di chiacchere, nonostante Matteo Salvini. L’attuale ministro degli interni italiano sembra Davide contro Golia, per la sproporzione tra le scarse capacità e il grande fenomeno dell’immigrazione. E qui finisce il paragone, perché Davide sconfigge Golia, mentre qui c’è poco da sconfiggere, e perché combatte per una giusta causa, mentre qui le cause giuste sono andate a farsi benedire. Eppure basterebbe conoscere almeno l’articolo 10 della nostra Costituzione, se si ritiene che leggere e capire la Convenzione di Ginevra sui rifugiati sia una sfida alle capacità intellettive. Quest’ultima è del 1951, anno in cui la maggior parte degli attuali ministri doveva ancora nascere, ma non dovrebbe essere una scusa per ignorarla.

Ritorniamo al nostro ragazzotto che occupa il Ministero degli interni. Cresciuto a pane e proclami, per lungo tempo è stato ingozzato come un tacchino di cose inesistenti, come Padania e ampolle del dio Po. Difficile ora fare i conti con la realtà. Gli è stato insegnato che con gli immigrati si deve fare tiro a segno, e maledette le leggi internazionali che non permettono di sparare cannonate contro le navi di disperati che cercano di raggiungere le nostre coste. Per adesso si limita a fare “boom” con la bocca. Ma questo gioco da bambini, continuato finché non si renderà conto di occupare un posto da ministro, può avere conseguenze disastrose. Un disastro per milioni di italiani che non si informano, non leggono, si lasciano trasportare come un gregge di pecoroni dal primo arruffapopolo che passa. Un disastro per i valori. Un disastro per il Vangelo, che il nostro ha agitato per aria, per poi renderlo carta straccia. Un disastro per la cultura, che non sa andare indietro nemmeno di 90 anni, quando nei barconi di disperati che cercavano accoglienza c’erano gli italiani.

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