È la quotidianità a offrire la via della santità alla famiglia

Sotto il melograno. La vicenda di Maria Cristina Cella, raccontata dal marito Carlo, ha accompagnato tre giorni di spiritualità dedicati ai giovani.

È la quotidianità a offrire la via della santità alla famiglia

Dal 22 al 24 marzo, 35 giovani hanno condiviso tre giorni di spiritualità alle pendici del Grappa facendo tesoro della testimonianza di Maria Cristina Cella. Nata nel 1969 a Cinisello Balsamo (Mi) e cresciuta coltivando la fede in famiglia e in parrocchia, nel 1991 si è sposata con Carlo Mocellin, conosciuto durante un’estate passata a Valstagna (Vi), suo paese natale. Con lui ha vissuto un’intensa, ma breve, vicenda matrimoniale, terminata nel 1995 a motivo di un tumore recidivo.

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Partecipando a questa tre-giorni, i giovani hanno conosciuto da vicino questa giovane donna, attraverso la testimonianza del marito, l’ascolto della Parola, l’incontro con una coppia di sposi e la visita ai luoghi di Carpané (Vi), dove aveva vissuto dopo le nozze. Ne è emersa una donna bella, ricca di maturità e di fede, appassionata alla vita e al Signore della vita, fedele alla preghiera e ai Sacramenti, capace di testimoniare la gioia della fede nelle relazioni semplici del quotidiano, tanto che non è sembrata fuori misura la scelta di Maria Cristina di portare a termine la terza gravidanza senza ricevere le cure per il suo tumore, così da non creare difficoltà alla nascita di Riccardo. «Tutta la vita di Maria Cristina fu impostata all’insegna della generosità, di una fede incarnata, in un atteggiamento di continuo dono» (Antonio Mattiazzo, 2008).

La famiglia è anche questo: un amore donato e ricevuto che cresce nella gratuità, un amore ricevuto dal Signore che si fa progetto di vita, passione e comunione tra gli sposi, testimonianza di come Cristo ama la Chiesa, accoglienza responsabile della vita, servizio generoso alla comunità, sguardo fiducioso e costruttivo sul domani. Nel vivere così la famiglia trova la sua realizzazione piena: «La spiritualità dell’amore familiare è fatta di migliaia di gesti reali e concreti. In questa varietà di doni e di incontri che fanno maturare la comunione, Dio ha la propria dimora» (Amoris laetitita, 315).

È la quotidianità a offrire la via della santità alla famiglia: i bisogni fraterni e comunitari della vita familiare sono occasioni per aprire il cuore agli altri, per ascoltare la voce di Dio e diventare pienamente umani con le proprie quotidiane risposte. Maria Cristina e, con lei, il marito Carlo, hanno detto ai giovani della tre-giorni di spiritualità che la famiglia è una parola di Vangelo, ma anche altre, nella semplicità dei giorni, regalano alla Chiesa e all’intera società questa bella notizia.

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