ClimateOfChange, i giovani alzano la voce contro il cambiamento climatico

In occasione della Giornata della Terra, WeWorld lancia la campagna che unisce 26 organizzazioni di 13 Paesi europei per coinvolgere ragazze e ragazzi a sostenere la giustizia climatica globale. L’indagine Ipsos per il progetto rivela che in Europa sta scomparendo il negazionismo climatico tra le nuove generazioni e che in Italia 8 giovani su 10 voterebbero per politici che danno la priorità all’emergenza ambientale

ClimateOfChange, i giovani alzano la voce contro il cambiamento climatico

Oltre il 70 per cento dei giovani europei ritiene che i governi che non agiscono contro l’inquinamento e il cambiamento climatico arrechino un danno all’economia. Questo il dato di partenza dell’indagine realizzata da Ipsos per #ClimateOfChange, la campagna europea guidata da WeWorld lanciata in occasione della Giornata della Terra, che mira a coinvolgere i giovani per sostenere la giustizia climatica globale. La campagna vede coinvolte 26 organizzazioni in 13 Paesi europei, che nei prossimi due anni metteranno in campo iniziative e azioni tese a sviluppare la consapevolezza dei giovani cittadini sull’impatto che ha il cambiamento climatico sulle migrazioni.

“Anche l’emergenza da Covid-19 in corso ci dimostra, ora più che mai, come la crisi ambientale e i fenomeni globali siano interconnessi – afferma Dina Taddia, consigliera delegata di WeWorld –. La relazione con i fenomeni migratori è complessa, ma è evidente come il cambiamento climatico aumenti le diseguaglianze e la fragilità delle persone più vulnerabili. È necessario quindi agire con urgenza per affrontare le questioni strutturali, con un approccio basato sul rispetto dei diritti umani, e garantire la partecipazione ai processi decisionali delle donne, spesso le più colpite dalle crisi ma allo stesso tempo capaci di diventare protagoniste del cambiamento nelle proprie comunità”.

Il sondaggio, svolto in 23 paesi europei, mette a confronto le opinioni dei giovani tra i 16 e i 35 anni e la loro conoscenza del nesso tra migrazione, cambiamento climatico e l’attuale modello economico. I risultati parlano da soli: quasi la metà (46 per cento) considera l’emergenza ambientale come uno dei problemi più gravi del mondo, e solo l’8 per cento invece nega il cambiamento climatico. Il profilo di chi esprime maggiore preoccupazione, e per questo è più motivato all’attivismo, è quello di under 24, studente, donna, altamente istruita e in zone urbane soprattutto dell'Europa meridionale.

Rispetto alle responsabilità della politica, la grande maggioranza dei giovani europei pensa che se i governi non fronteggiano l'inquinamento e il cambiamento climatico questo sia “un male per l'economia” (70 per cento d'accordo), “un segno che il governo ha le priorità sbagliate” (75 per cento d'accordo), “la prova che il governo non ascolta la gente comune” (74 per cento d'accordo), e “pericoloso e irresponsabile” (72 per cento d'accordo). E un numero sostanziale (43 per cento) crede che i paesi economicamente avanzati dovrebbero fare la maggior parte degli sforzi economici e politici per ridurre gli effetti del cambiamento climatico. In Italia, in particolare, i giovani sono motivati a far partire il cambiamento: 8 su 10 voterebbero per politici che danno la priorità alla lotta al cambiamento climatico e alla migrazione climatica.

“Cambiare l’Europa è possibile solo se diventa una priorità di tutte e tutti – spiega Natalia Lupi di WeWorld, responsabile del progetto –. Non solo vogliamo coinvolgere i giovani in un processo di consapevolezza, ma vogliamo renderli protagonisti del cambiamento. È per questo che la campagna prevede, tra le altre attività, anche la possibilità di firmare una petizione che verrà consegnata durante la Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, la Cop27, alla presidente della Commissione Europea Von Der Leyen, per richiedere interventi immediati nelle politiche globali. Tra i quattro punti della petizione, anche la richiesta di un coinvolgimento formale dei giovani nella politica: solo in questo modo potrà partire un vero e proprio clima di cambiamento”.

Alice Facchini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)