Smartworking e socialità del lavoro. Possibilità e alcuni rischi del lavoro "agile" per il futuro

Se declinato in maniera corretta lo smartworking porterebbe effetti importanti a livello personale, ma portato all'eccesso si presta a distorsioni.

Smartworking e socialità del lavoro. Possibilità e alcuni rischi del lavoro "agile" per il futuro

Alla fine ci siamo arrivati. L’emergenza e la quarantena forzata hanno permesso la diffusione dello smartworking e del telelavoro. Inoltre la grave situazione ci permetterà di distinguere per il futuro quali sono i mestieri e le aziende che potrebbero utilizzare con efficacia queste modalità organizzative e in quale misura e quali mestieri e aziende invece non avranno l’opportunità di sperimentare tale possibilità.

Gli appartenenti alla seconda area sono quelli che subiranno le conseguenze maggiori del blocco forzato: le fabbriche con i loro operai, i campi con tutte le professioni del settore agroalimentare, poi ci sono gli alberghi i teatri o le palestre ad esempio. Quelli che si trovano nella prima, invece, sono coinvolti in un processo di cambiamento e vedremo come verrà sostenuto successivamente. Lo vediamo con le pubbliche amministrazioni che hanno attivato servizi online, con gli insegnanti e i docenti universitari, con il settore assicurativo o bancario. Si tratta di un lavoro più asciutto, ma potrà essere molto più invasivo.

In un loro studio, pubblicato con il titolo “Lavori che possiamo svolgere” su lavoce.info, Tito Boeri e Alessandro Caumi distribuiscono lungo una linea i diversi mestieri: la linea va da quelli che potrebbero essere svolti in solitudine (da casa) a quelli che non possono prescindere da contatti faccia a faccia. I due economisti contano che circa il 46% degli occupati in Italia potrebbero utilizzare forme di lavoro smart senza incidere sulla produttività dell’azienda, del Paese.
Se declinato in maniera corretta lo smartworking porterebbe effetti importanti a livello personale – con ricadute sulla gestione dei tempi di vita e di lavoro – oppure a livello comunitario e ambientale – si pensi agli effetti della diminuzione del traffico per la vivibilità delle città e per la riduzione dell’inquinamento.

C’è però un tema di socialità del lavoro da considerare. Il rischio dello smartworking portato all’eccesso è l’individualizzazione dell’esperienza lavorativa. In primo luogo c’è la debolezza dei singoli nella contrattazione con un’organizzazione questo riguarda ovviamente i lavoratori con bassa professionalità. Le loro le aziende potrebbero imporre con facilità condizioni non dignitose. In secondo luogo c’è l’importanza della relazionalità nel lavoro, nella possibilità di confrontare l’esperienza, di sperimentare possibili soluzioni di sentire la compagnia e la collaborazione dell’altro nello svolgimento della propria attività.

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Fonte: Sir