Altro che la Dad, qui c’è la Dab. La didattica ai balconi, un modo nuovo di fare scuola ai tempi del coronavirus

Il maestro è partito come tutte le mattine da casa ed è andato di strada in strada a leggere ai suoi alunni affacciati ai balconi dei Quartieri Spagnoli.

Altro che la Dad, qui c’è la Dab. La didattica ai balconi, un modo nuovo di fare scuola ai tempi del coronavirus

Il caffè borbotta attraverso gli scuri socchiusi. Dalla finestra di fronte è il ragù a pippiare. E i loro profumi si intrecciano leggeri in mezzo alla strada, passando tra i fili degli stendini che, in strada e dai balconi, sono pronti ad accogliere il bucato del giorno. Poco più in là, i colorati bidoni della raccolta differenziata, in fila a testa in giù, lungo i gradoni di una scalinata. Il tutto mentre lo scoppiettio di un motorino e la sgasata di uno scooter fanno da pentagramma alla dodecafonica energia di parole, che raccontano la quotidianità della vita in casa.

Signori e buona gente/, venite ad ascoltare:/ un caso sorprendente/ andremo a raccontare”.

Nessun altoparlante, nessun megafono. A catturare l’attenzione nei Quartieri Spagnoli, cuore di Napoli, è una voce familiare. È quella di Tonino Stornaiuolo, insegnante della scuola “Dalla parte dei bambini”, che si è inventato un modo nuovo di fare scuola ai tempi del coronavirus. Lo scorso 19 ottobre, mentre le porte di tutti gli istituti della Campania rimanevano chiuse e si è tornava alla Dad (didattica a distanza), il maestro Tonino ha inaugurato la Dab, la didattica ai balconi. “Passerò sotto i balconi, i palazzi, le strade, le case, i vicoli di ognuno dei miei alunni e continuerò quello che avevamo lasciato sospeso in classe – ha annunciato sulla sua pagina Facebook -: leggere Rodari e partire da quei testi per dare una consegna. In questi tempi difficili, dove la situazione è seria, il tempo di incertezza e paura la fa da padrone. Lasciamo sperare e credere ai bambini che nel rispetto di ogni regola, piccoli gesti di condivisione sono ancora possibili. A distanza, mascherati, da soli, ma nulla è perduto”.

Mascherina, zaino in spalla e libro in mano, Tonino Stornaiuolo è partito come tutte le mattine da casa ed è andato di strada in strada a leggere ai suoi alunni affacciati ai balconi il “Teledramma” e “La fuga di Pulcinella”, due testi di Rodari che parlano di libertà. Poco prima delle 13 il ritorno a casa. Come ogni giorno. “Vengo ora stanco ma super carico, dalla giornata di Dab (didattica ai balconi) – annota su Facebook – la bellezza di vedere i bambini felici, di narrare con e per loro, nelle strade, nei vicoli, dai balconi. L’emozione e la gratitudine dei genitori era incontrollabile, ma sono io che ringrazio loro. Abbiamo letto Rodari con la gente che si affacciava dai palazzi e dai bassi. Eravamo distanziati, mascherati, pochi e nella più totale sicurezza. La situazione attuale è delicata e seria, ma noi dobbiamo mostrare ai bambini che le difficoltà, insieme, possono essere superate. Non ho tante altre parole perché ancora frastornato dalle emozioni e dagli occhi dietro le mascherine”. Il passaparola di radio scarpa fa presto il giro del quartiere, mentre sui social la foto che accompagna il post fa in poche ore il giro d’Italia. Tanto che in poche ore il maestro Tonino viene subissato di messaggi, telefonate e richieste di interviste. Anche lo staff della Ministra Azzolina lo ha chiamato. “Oggi – racconta nella serata su Facebook – è stata una giornata di quelle piene, di tutto. La giornata in giro a leggere Rodari, per me piccolo e normale gesto quotidiano, ha avuto enorme risonanza di persone, giornali e varie. Nella confusione che ho in testa ringrazio tutti. Non so cosa scriveranno domani le persone che mi hanno chiamato. Spero che rispettino ciò che ho detto, che non passi la cosa folkloristica di Napoli, perché questo non voleva essere. Non passi come protesta contro la chiusura delle scuole o contro la Dad, perché questo non voleva essere. Non passi come atto più grande di quello che è, perché questo non voleva essere. Non passi per quello che il Covid non esiste, perché questo non è. È solo il piacere di un maestro nel vedere i bambini, con la paura di non poterli vedere per lungo tempo, di fargli capire che anche nelle più grandi difficoltà, c’è sempre qualcosa da fare oltre il lamento, l’avvilimento e la protesta a prescindere. L’idea di poter fare di necessità virtù”.

Insieme al maestro Tonino, per le vie dei Quartieri Spagnoli, anche altri due insegnanti della scuola “Dalla parte dei bambini”, Paolo Scotti e Laura Polidori. Si legge, si canta e si impara insieme, usando quello che c’è. E “o’ panar”, il cestino per la spesa calato dal balcone, diventato la nuova “posta elettronica” per consegnare ai bambini la busta con le schede e i compiti da fare. “Abbiamo scelto di andare di casa in casa – spiega Polidori – per far arrivare il materiale didattico, per essere presenti con i bambini che non hanno ancora chiaro cosa sta succedendo, come mai a volte si apre e a volte no…”.

In queste ore c’è stato chi ha chiesto a Tonino Stornaiuolo di replicare la Dab in tv. “Scusatemi se vi dico di no – risponde su Facebook – ma la cosa in questo modo non avrebbe senso, non sarebbe vera e diventerebbe agli occhi dei miei bambini, della mia etica e di tutti, solo una falsificazione della realtà. A chi mi sta chiedendo di raccontare ciò che ho fatto lo sto facendo con piacere. Ma recitare a fare una cosa che non accade davvero non mi appartiene. Non ho bisogno di popolarità e di fingere quello che non sto facendo. Continuerò a fare con i bambini quello che mi piace, a raccontarlo qui come ho sempre fatto o a chi vorrà. Purché sia vero e di senso. I bambini hanno bisogno di onestà e sicurezza, soprattutto in questo momento. E noi adulti di riferimento dobbiamo mostrargliela, abbiamo tutti una grande responsabilità”.

Venerdì 23 ottobre, centenario della nascita di Rodari, Tonino ha fatto un regalo ai suoi ragazzi e a quanti lo seguono su Facebook. “Oggi più degli altri giorni – ha scritto –, leggete Rodari a tutti i bambini, dai 0 ai 100 anni. È il compleanno di un grande maestro, è un giorno di pandemia, ma felice. Io ho deciso di farlo con l’’Omino dei sogni’. Regalate a chi vi ascolta momenti di bellezza da condividere insieme”.

Raccogliamo l’invito a volare insieme all’omino dei sogni e proviamo a immaginarci oggi lo scrittore e poeta autore delle “Favole al telefono” e della “Grammatica della fantasia” (due dei suoi tanti capolavori), lungo le vie dei Quartieri Spagnoli, intento a raccontare favole e filastrocche ai bambini e alla gente affacciata sui balconi. E tra una rima e un racconto eccolo girarsi verso il maestro Tonino e sussurrargli sottovoce quello che disse il giorno in cui a Bologna gli venne consegnato il premio Andersen: “La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi, essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove(…). Quello che diciamo può diventare vero. Il vero problema è di riuscire a dire le cose giuste per farle diventare vere. Nessuno possiede la parola magica: dobbiamo cercarla tutti insieme, in tutte le lingue, con modestia, con passione, con sincerità, con fantasia; dobbiamo aiutare i bambini a cercarla, lo possiamo anche fare scrivendo storie che li facciano ridere: non c’è niente al mondo di più bello della risata di un bambino. E se un giorno tutti i bambini del mondo potranno ridere insieme, tutti, nessuno escluso, sarà un gran giorno”.

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Fonte: Sir