Anziani al tempo del covid: ansia ma anche fiducia nel futuro

Indagine del Sindacato dei Pensionati della Cgil Lombardia. Il 30% ha cambiato abitudini con la pandemia e il 60% vive senso di isolamento. Ma la stragrande maggioranza è comunque ottimista e vuole imparare cose nuove e viaggiare

Anziani al tempo del covid: ansia ma anche fiducia nel futuro

Oltre la metà degli intervistati ha cambiato abitudini per colpa del Covid-19 e il 30 per cento ha vissuto momenti di ansia o di tristezza durante il lockdown. Il Sindacato dei pensionati (Spi) della Cgil Lombardia ha presentato oggi i risultati di un'indagine tra gli over65 residenti nella regione. Su 1.480 che hanno risposto, il 60% vive un senso di isolamento e abbandono, per lo più causato dall’impossibilità di vedere i propri familiari. E per quanto riguarda il lockdown, il 40 % dichiara di aver trascorso il tempo dedicandosi a nuove attività: 216 persone hanno scoperto (o riscoperto) la lettura, 191 la cucina, 165 i film, 160 la tecnologia e i computer, 158 il giardinaggio.

Non mancano note di ottimismo: l'80% risponde di essere comunque soddisfatto della propria vita, desidera imparare cose nuove e ha progetti per il futuro.

"Ebbene sì, siamo ancora vivi e da questa indagine abbiamo capito che invecchiare e basta non è la soluzione - osserva Valerio Zanolla, Segretario Generale Spi Cgil Lombardia - Lo abbiamo capito dalle risposte che ci sono state date. Gli over 65 hanno ancora molti progetti per il loro futuro, e questo varrà anche per i giovani di oggi quando anche loro invecchieranno. Chiediamo a loro di non bruciarsi i ponti dietro le spalle. Anzi chiediamo loro di lavorare e lottare assieme a noi per ridare vita allo spirito della legge 833 del 1978 sulla riforma sanitaria, che è stata conquistata con le lotte di coloro che adesso si vorrebbe rinchiudere nelle case".

L’indagine coinvolto per lo più persone autosufficienti, ma molte di esse affette da malattie croniche (65%), che assumono regolarmente farmaci (77%) o che si sottopongono a regolari visite mediche (78%). Un significativo 90% degli intervistati si dichiara molto fiducioso verso il proprio medico di base e gli specialisti della salute.

Lo stesso non si può affermare se si considerano i servizi sanitari dedicati alla terza età, di cui solo il 20% si dichiara soddisfatto o i servizi dell'Azienda di tutela della salute (Ats), ritenuti insufficienti da 664 intervistati. Sui vaccini influenzali, gli anziani si dividono a metà: il 49.9% è favorevole, contro il 50.1% contrario.

Dall’indagine emerge anche un comune interesse degli over 65 verso la cultura e i viaggi: il 60% degli intervistati ha partecipato ad eventi culturali nell’ultimo anno, l’88% dichiara passione per la lettura., mentre il 40% ha viaggiato o partecipato a gite turistiche nell’ultimo anno. Quasi inesistente l’interesse verso i servizi sociali dedicati alla terza età (il 54% non conosce e non è in grado di esprimere opinione a riguardo).

In generale, si evince dallo studio che gli over 65 desiderano stare al passo coi tempi e sentono il bisogno di apprendere e di essere sempre aggiornati. Quasi l’80% dichiara infatti, la continua volontà di imparare cose nuove, l’85% ha interessi che arricchiscono le giornate, mentre la quasi totalità degli intervistati (93%) si informa quotidianamente dei problemi sociali, politici ed economici del mondo, soprattutto tramite la televisione, i quotidiani e internet.

Un ulteriore dato significativo è l’ottimismo verso il presente e il futuro: più dell’80% dei partecipanti al questionario è sereno e soddisfatto della qualità della propria vita, il 66% ha la mente occupata da progetti per il futuro e solo il 27% ha una visione del futuro peggiore di ieri.

Dario Paladini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)