Diversamente fragili. L'amore dell’alpino che fa la serenata alla moglie ricoverata in ospedale

Quello che Stefano Bozzini ha regalato domenica 8 novembre alla moglie, Carla Sacchi, è il concerto più importante della sua vita. Ora, lei, è "andata avanti".

Diversamente fragili. L'amore dell’alpino che fa la serenata alla moglie ricoverata in ospedale

“Dobbiamo ricoverarla”. Bastano due parole per far calare il silenzio. Le mani si stringono ancora più forte. La guancia riconosce una per una le asperità con cui la vita ha segnato la mano della persona amata. Un bacio a stemperare la commozione e lo sconforto che gli occhi non riescono a nascondere.

Carla è malata e ha bisogno di cure. Il virus non l’ha contagiata, ma riesce comunque ad allungare la sua ombra anche su di lei, così come su tanti altri malati, che in questo periodo hanno bisogno di essere ricoverati in ospedale. “Mi dispiace, ma a causa del Covid-19, sono sospese tutte le visite, anche quelle dei parenti stretti”, spiegano i sanitari al momento del ricovero.

“Ci vediamo presto”, le promette lui.

Stefano all’anagrafe di anni ne ha 81, ma quando è con Carla è come un diciottenne innamorato, che si inventa qualsiasi cosa per veder brillare gli occhi dell’amata ed è pronto a tutto pur di strapparle un sorriso.

Con l’aiuto del figlio Maurizio, sabato 7 novembre Stefano chiede al personale dell’ospedale di Castel San Giovanni (Piacenza), dove è ricoverata la moglie, il permesso di fare una sorpresa alla sua Carla. “Si tratta solo di 5-10 minuti, non di più”, garantisce. Il permesso arriva senza problemi. E così il giorno dopo Stefano, accompagnato dal figlio, arriva nel cortile interno dell’ospedale, giacca rossa in pile per difendersi dal freddo, mascherina e cappello d’alpino in testa. Sistema lo sgabello, imbraccia la sua fisarmonica e inizia a suonare.

Quello che Stefano Bozzini ha regalato domenica 8 novembre alla moglie, Carla Sacchi, è il concerto più importante della sua vita. Le allegre melodie che tante volte ha suonato per gli altri, soprattutto ai raduni delle penne nere dove tutti lo conoscono come il “Gianni Morandi degli alpini”, questa volta sono solo per la sua Carla. Quella sua fisarmonica, che da giovane ha imparato a suonare da autodidatta, questa volta suona solo per lei.

Carla, stretta nel suo cappotto e circondata dalle infermiere del reparto, si affaccia da una finestra del primo piano, sorpresa e commossa. “Non metterti a piangere adesso” le dice lui dal cortile, asciugando così sul nascere quella lacrima che la mascherina sul volto di lei non sarebbe mai stata in grado di nascondere.

A immortalare il momento con il cellulare è il figlio Maurizio – anche lui alpino – che il giorno stesso invia foto e video ad un altro alpino, Valerio Marangon, che subito condivide le immagini sulla sua pagina Fb. Il video fa subito il giro del mondo e viene condiviso migliaia di volte. A parlare dell’alpino che fa la serenata alla moglie ricoverata in ospedale non sono solo le testate nazionali, ma anche media internazionali come The Guardian, Cnn, Independent e Daily Mail.

“Ci vediamo presto”, promette Stefano a Carla alla fine del mini-concerto, mandandole un bacio con la mano.

I giorni dell’attesa sono lunghi, il tempo sembra non passare mai. Giornate vissute tra preoccupazioni e speranze. In attesa di sentir squillare il telefono e di sentirsi dare delle buone notizie. E le buone notizie non si fanno attendere troppo: qualche giorno fa Carla torna a casa.

Stefano e Carla, tornano a sedersi, uno accanto all’altra, sul divano di casa. La mano di lui torna ad accarezzare la guancia di lei, che ancora una volta riconosce una per una le asperità con cui la vita ha segnato le mani di lui. Mani che dal giorno del matrimonio, nel 1973, lei non ha mai lasciato e che ha stretto ancor più forte nei momenti più difficili della loro vita. Sorridono, Stefano e Carla, felici come due giovani innamorati. Il loro sorriso, nella sua semplicità, lascia senza fiato.

Purtroppo a casa con Carla torna anche la malattia. In questo tempo monopolizzato dal virus, ci si dimentica spesso che continuano ad esserci anche tante altre malattie, subdole, tenaci e insidiose. Tra queste c’è anche quella che ha colpito Carla.

Giovedì scorso, 26 novembre, Carla “è andata avanti”, come dicono gli alpini.

A dare la notizia su Fb è Patrizia Barbieri, sindaco di Piacenza. “In quella serenata sotto le finestre dell’ospedale – scrive – tutti abbiamo riconosciuto l’Amore, nella semplicità e nell’immediatezza del suo linguaggio universale. La malattia ha spezzato il loro abbraccio e vorrei rivolgere a entrambi, nella commozione dell’intera comunità piacentina, un pensiero speciale. Dicendo grazie al signor Stefano, per quel gesto di tenerezza che ci ha ricordato cosa significhi, davvero, volersi bene. Fare di tutto perché l’altra persona non si senta sola, trovando il modo di superare qualsiasi barriera. Non avere paura di mostrarsi vulnerabili, di manifestare ciò che si prova. sapore toccare il cuore di coloro che amiamo, sino all’ultimo istante. Per noi, che su questa storia meravigliosa abbiamo avuto il privilegio di affacciarci dalla porta di casa nostra, le note di quella fisarmonica risuoneranno sempre come un’eco di speranza in questo anno così difficile. Certo, sono anche il simbolo del distacco, vissuto purtroppo da così tanti concittadini, che non ci ha permesso di restare accanto ai nostri affetti più cari per accompagnarli negli ultimi passi del loro cammino. Ma testimoniano, ancor prima, la forza di un sentimento che nessun virus, nessuna malattia può spegnere o affievolire”. Una forza, quella dell’Amore, che neanche la morte riesce a scalfire, neppure nel momento in cui – ai nostri occhi – sembra raggiungere l’apice della fragilità.

“La sua musica, Stefano – conclude la sindaca Barbieri – quella domenica è stata una carezza per la signora Carla, ma in qualche modo ha raggiunto ciascuno di noi. Non dimenticheremo quello che ci avete insegnato”.

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Fonte: Sir