Musica e neurochirurgia, quando il pianoforte entra in sala operatoria

All’ospedale di Ancona è andato in scena il primo intervento chirurgico – l’asportazione di un duplice tumore del midolle spinale in un bambino di 10 anni – accompagnato da un pianoforte acustico accordato a 432 hz suonato da Emiliano Toso, musicista e biologo molecolare

Musica e neurochirurgia, quando il pianoforte entra in sala operatoria

Un pianoforte a coda accordato a 432 hz in sala operatoria, 400 chili di musica come sottofondo per l’intervento neurochirurgico di asportazione di un duplice tumore del midollo spinale in un bambino di 10 anni. Un’équipe multidisciplinare guidata dal dottor Roberto Trignani, Responsabile del Reparto di Neurochirurgia degli Ospedali Riuniti di Ancona, e un musicista-compositore, Emiliano Toso. Per la prima volta al mondo, questa esperienza ha preso corpo pochi giorni fa nell’ospedale marchigiano. “Il bambino sta bene, dopo due giorni aveva già ripreso a camminare – racconta Toso –. Dai parametri rilevati durante l’intervento è stato scoperto che il piccolo paziente percepiva la musica anche in anestesia totale, l’ha confermato l’encefalogramma. Il team ha lavorato in maniera assolutamente armonica. Ma non finisce qui”. No, non finisce qui, perché la componente anestesiologica e oncologica dell’équipe ora analizzerà i parametri funzionali e i markers bioumorali del bambino registrati durante l’intervento anche per documentare gli effetti terapeutici della musica sull’asse dello stress e sui sistemi di regolazione della risposta immunitaria e infiammatoria. “È stata un’esperienza straordinaria, totalizzante – spiega Toso –. Sono stato molto coinvolto, il team mi aggiornava continuamente sulle condizione del paziente”, spiega Toso, biologo molecolare e compositore che, sin da piccolo, coltivava due passioni: la biologia e la musica. Dopo la laurea in Scienze Biologiche e il dottorato in Biologia Umana con specializzazione in basi molecolari e cellulari, per 16 anni è stato Associate Director responsabile del gruppo di Biologia Molecolare presso la Merck – Serono . Poi, nel 2013, quello che doveva essere un auto-regalo – la realizzazione del primo disco Tranlational Music – diventa un grande successo, stravolgendo la vita di Toso e convincendolo a cambiare vita, diventando, in primis, compositore e musicista.

Ma che cos’ha di speciale la musica di Toso? La peculiarità è che vibra a 432 hz (la musica “comune” a 440 hz, per una convenzione stipulata un centinaio di anni fa, ndr). Nelle specifico, i suoi strumenti acustici – pianoforte per comporre e suonare, ma anche violoncello, violino, chitarra, flauto – sono accordati con il La centrale a 432 hz. E proprio questa peculiarità è diventata cuore del suo progetto “Transnational Music”, che spiega così: “Quando viviamo una particolare emozione, ognuna delle nostre cellule filtra e percepisce vibrazioni che si riflettono sullo stato di tutto il corpo, come un’onda sull’acqua. Ogni giorno queste vibrazioni interagiscono con messaggeri biochimici che orchestrano le nostre attività consce e inconsce. In tanti anni trascorsi in laboratorio a studiare il mondo delle cellule, ho avuto l’opportunità di realizzare in termini scientifici quanto ciascuno di noi nella sua particolarità sia simile a una cellula di un grande organismo che è l’umanità, una nota in una grande sinfonia. Sono sempre di più le pubblicazioni scientifiche che dimostrano come la musica possa interagire con il nostro corpo modulando diverse funzioni cardiache e neurologiche che portano a meccanismi misurabili di riduzione dello stress”. Studi dimostrano come la musica possa interagire con la pressione sanguigna, il battito del cuore, la respirazione, l’elettroencefalogramma, la temperatura corporea e la risposta epidermica galvanica; altri dimostrano l’effetto della musica sul sistema immunitario ed endocrino, oltre che sul miglioramento di stati di dolore, ansia, nausea, fatica e depressione. “Il lavoro di ricerca e di sperimentazione racchiuso nella Translational Music, nasce dal desiderio di riunire arte, scienza e spiritualità”.

Oggi la Translational Music viene usata negli ospedali – nelle sale operatorie, nelle sale parto – da medici, infermieri, ostetriche; nelle residenze per anziani; per persone con patologie cronico-degenerative; nei nidi e nelle scuole dell’infanzia; dagli psicologici; per lo yoga e il reiki; ma anche da studenti, scrittori, saggisti alla ricerca di ispirazione e capacità di concentrazione e memorizzazione; un tappeto musicale per le sale d’aspetto. “Ho realizzato una playlist gratuita che tutti gli operatori sanitari possono scaricarsi e utilizzare ovunque, soprattutto in questo periodo di grande tensione”. Gli effetti della Transnational music sono molteplici: rilassamento, rilascio tensioni, destress: “Nelle sale d’attesa può ridurre l’ansia, i dentisti la usano affinché i pazienti, rilassandosi, sentano meno dolore. Gli scrittori prima di scrivere un libro, i gruppi di lavoro per potenziare la collaborazione, come è successo anche in sala operatoria, dove tutto ha funzionato in maniera assolutamente armoniosa”.

Considerata la situazione attuale, qual è l’approccio di Toso al futuro? “Sono obbligato a restare in ascolto. Non so cosa succederà, ma non faccio progetti. Ma so che c’è assoluto bisogno della musica, anche in campo sanitario, magari per provare ad alleviare il dolore di chi ha perso tutto, di chi vive la solitudine, di chi è preoccupato per quello che sarà. Senza averlo previsto, a 40 anni mi sono ritrovato nelle condizioni di poter aiutare la sanità, la scuola, le persone con la mia musica. Sto qui e osservo: sono certo che la mia passione scientifico-artistica possa tornare utile”.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)