Cambiamenti climatici, dalla Cop 22 tante promesse ma scarsi risultati
I 196 paesi partecipanti alla Conferenza Onu sul clima di Marrakech si son dati un robusto programma di lavoro. La Banca europei per gli investimenti si è impegnata a spendere il 35 per cento del budget di 100 milioni di euro nei paesi in via di sviluppo, per agire contro il riscaldamento globale. Promesse e buone intenzioni ma, alla prova dei fatti, ancora nessuna decisione vincolante in grado di fermare il progressivo aumento delle temperature.

Ancora nessuna misura concreta, ma un programma di lavoro per definire entro il 2018 il regolamento per l’applicazione dell’accordo sul clima di Parigi.
Si è conclusa così la conferenza Onu sul clima di Marrakech Cop 22, che per due settimane ha visto riuniti i rappresentanti di 196 paesi.
Il regolamento dovrà definire in quale modo gli stati monitoreranno i loro impegni per la riduzione dei gas serra (Nationally determined contributions) e l’accordo prevede che entro il 2020 le emissioni di gas serra vengano ridotte per massimizzare le possibilità di restare entro i due gradi centigradi di aumento delle temperature, dai livelli preindustriali, come sancito a Parigi.
Nulla di concreto anche sul fronte finanziamenti: il testo finale richiede agli stati ricchi di continuare a lavorare per istituire entro il 2020 il “Fondo verde” da 100 miliardi di dollari per gli aiuti ai paesi in via di sviluppo nella lotta al riscaldamento globale. Le discussioni su questo punto fondamentale dell’accordo non hanno però segnato progressi e questo preoccupa gli ambientalisti.
Il primo vero impegno presentato alla Cop 22 di Marrakech, in realtà, è arrivato l’ultimo giorno, quando oltre 45 nazioni tra le più vulnerabili al mondo agli impatti del cambiamento climatico si sono impegnate a ridurre drasticamente le emissioni di carbonio e a passare rapidamente a un’alimentazione al 100 per cento di energia rinnovabile.
Questi paesi – tra i quali figurano Maldive, Bangladesh, Etiopia, Costarica, Afghanistan, Tuvalu, Madagascar e Nepal – hanno dichiarato di voler diventare società a zero emissioni entro il 2050. Il gruppo ha anche espresso l’impegno a sviluppare e presentare i piani nazionali di taglio alle emissioni aggiornati prima del 2020, sottolineando però quanto sia essenziale il sostegno finanziario dei grandi inquinatori per attuare misure di mitigazione e di adattamento: «Anche se il nostro contributo è insignificante, l’impatto che il cambiamento climatico ha su di noi è molto alto e siamo qui insieme per garantirci una voce nel nostro futuro», hanno dichiarato.
La Banca europea per gli investimenti è oggi il più grande fondo internazionale sul clima, con quasi 100 miliardi di euro impegnati.
A margine dalla Cop 22 il vicepresidente della Bei, Román Escolano, ha dichiarato in un’intervista esclusiva al giornale francese La Tribune: «La banca ha preso un impegno di lungo periodo sulle questioni climatiche, che corrisponde alle direttive definite dall’Ue nel 2009 per rendere l’Europa un esempio di prevenzione e lotta contro i cambiamenti climatici. Ci siamo impegnati a spendere il 35 per cento del nostro budget nei paesi in via di sviluppo, per agire contro il riscaldamento globale. Così, questi 100 miliardi di euro di finanziamenti sono il risultato dell’intersezione di questi due parametri, la nostra dimensione e l’assunzione di responsabilità per il clima».
Gli appelli a Donald Trump
Salaheddine Mezouar, presidente della conferenza Onu sul clima Cop 22, su sollecitazione dei media, si è anche rivolto al neo presidente americano Donald Trump, invitandolo a unirsi allo sforzo internazionale per l’attuazione dell’Accordo di Parigi sul clima: «Noi contiamo sul suo pragmatismo così come sul suo impegno verso lo spirito della comunità internazionale», ha detto, mentre il primo ministro delle Isole Fiji, Frank Bainimarama, ha invitato Trump ad «abbandonare il suo scetticismo sul cambiamento climatico» e a «visitare la mia nazione del Sud Pacifico, per vedere gli effetti delle tempeste più forti e dell’innalzamento del livello del mare».