Papa Benedetto XVI

La morte di Benedetto XVI ha per la Germania e per la Baviera in particolare, una speciale intensità. Nato in un piccolo paesino, Marktl am Inn, Joseph Ratzinger crebbe, studiò, divenne sacerdote e fine teologo, poi arcivescovo e cardinale muovendosi all’interno dei confini della Repubblica federale di Germania. Poi nel 1982 si trasferì a Roma, nominato da Giovanni Paolo II Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. In Germania i giornali si sono accesi nel dibattito sulla sua eredità, raccontando soprattutto luci e ombre di un pontificato complesso. Noi abbiamo rivolto alcune domande a una voce tedesca distante da questo approccio, la professoressa Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz, emerita di filosofia della religione e scienza comparata delle religioni presso la Technische Universität di Dresda

Tra i doni ricevuti da Dio vi è l’amicizia di un giovane teologo tedesco formatosi a Monaco che ha scelto di vivere in disparte dopo essere stato il successore degli apostoli sulla cattedra di Pietro. Non è l’amicizia di due compagni della stessa età o generazione né una semplice coincidenza di tempo o di luogo. Joseph Ratzinger mi precede per età (è nato nel 1927 e io nel 1934). Origine, contesto culturale e nazionale, formazione: non vi è nulla di simile tra noi. Il punto di partenza e la radice della nostra amicizia di lunga data sta nell’aver vissuto insieme un momento critico per la Chiesa, la teologia e lo stesso cristianesimo nel decennio successivo al Concilio.

Papa Francesco ha cominciata con un omaggio a Benedetto XVI e terminata con un ennesimo appello a perseverare nella preghiera per il martoriato popolo ucraino, "invocando la pace", l'ultima catechesi sul discernimento

“Era preoccupato di una riduzione sociologica del mistero della Chiesa, perché solo la fede ci permette di entrare nella vera realtà ecclesiale e di cogliere le strutture fondamentali, intangibili, della vita della Chiesa, perché volute da Dio. Proprio come Giuseppe, di cui porta il nome, ha custodito questa sua sposa con tutto se stesso, servendola e proteggendola, mai in maniera banale, sempre attento alle persone ma senza compiacenze, libero da protagonismo e personalismi, generoso e attento a collaborare come metodo”. 

Il ricordo del Papa emerito Benedetto XVI dell’imam Yahya Pallavicini (Coreis) parte dalla Lectio magistralis di Ratisbona nel 2006 e dall’incontro che papa Ratzinger ebbe subito dopo con un gruppo di ambasciatori e leader musulmani italiani nella Sala degli Svizzeri a Castel Gandolfo. “Ci accolse con grande umiltà e con grande dignità”, ricorda Pallavicini. “Con lui si vivevano momenti di grande ricchezza e profondità ma anche scambi di alto livello. Capisco che per alcuni poteva essere difficile da raggiungere ma era un papa di grande profondità”.

Con Papa Benedetto XVI avviene una svolta decisa in tutta la Chiesa riguardo alla lotta contro gli abusi. Già all’inizio degli anni duemila, mentre la crisi dei preti abusatori si manifestava soprattutto nella chiesa nordamericana, egli iniziò ad affrontarla, in accordo con Giovanni Paolo II, per contrastare il discredito che si stava diffondendo su tutta la gerarchia cattolica. Il cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, superava i 75 anni, ma invece di ritirarsi si trovava di fronte ad un nuovo gravosissimo impegno.

La morte del papa emerito Benedetto XVI Dopo quasi dieci anni dalla storica rinuncia al ministero petrino, Joseph Ratzinger torna alla casa del Padre. E tuttavia il 265° successore di Pietro non merita di essere ricordato solo per quella scelta rivoluzionaria, ma anche per la ricchezza e la densità degli otto anni del suo papato

Aprile 1975 Su invito di mons. Sartori, Joseph Ratzinger, allora docente a Ratisbona, sale in Altopiano, a Roana, per il primo dei due convegni organizzati con l’Istituto di cultura cimbra. Oltre sessanta studiosi sull’Altopiano dei Sette Comuni hanno discusso con il futuro papa dello Spirito Santo e della Salvezza cristiana a confronto con la storia e la modernità

Lunedì 2 gennaio, nella basilica di San Pietro, è iniziato l’omaggio dei fedeli alla salma del papa emerito. Tra i primi, Sergio Mattarella e la premier Meloni