L'amore sarà la vera ultima parola

Neanche la morte ha il potere di separarci dall’amore di Cristo

L'amore sarà la vera ultima parola

I giorni della Pasqua ci fanno incontrare spesso con Maria di Màgdala, conosciuta anche come la Maddalena. La troviamo con altre donne nei pressi della croce di Gesù il pomeriggio del venerdì santo e poi al sepolcro il mattino della Risurrezione. Cosa sappiamo di lei? I Vangeli ci dicono poco. Era di Màgdala, un villaggio situato vicino a Tiberiade, sulla riva occidentale del lago di Galilea. Luca aggiunge che insieme ad altre donne accompagnava Gesù; «donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni» (Lc 8,1-3).

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Da queste righe potrebbe quasi sembrare che Maria e le altre fossero solo degli sponsor; ma i Vangeli dicono di più: le ritroviamo infatti presso la croce di Gesù; quando i discepoli sono fuggiti, loro sono rimaste. È Marco il più preciso, quando dice: «Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme» (Mc 15,40-41). Marco dice che «lo seguivano» fin dalla Galilea: è lo stesso verbo usato per i discepoli nei racconti di chiamata!

Ma non si tratta qui di stilare classifiche (chi è stato più bravo: i discepoli o le donne?) né di rivendicare diritti (anche loro sono discepole!). Si tratta di andare al cuore dell’esperienza di fede; e qui ci porta proprio la Maddalena, con il Vangelo di Pasqua. Siamo al capitolo 20 di Giovanni. Il giorno dopo il sabato, recatasi da sola al sepolcro lo trova vuoto; allora corre a chiamare Simon Pietro e l’altro discepolo, quello che Gesù amava; i due vanno al sepolcro, lo trovano vuoto, e senza dire una parola ritornano a casa. Ma lei no! Lei invece «stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva». Non si rassegna al fatto che non ci sia più il corpo di Gesù.

«Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti. Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?”. Rispose loro: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto”». Avete notato come ha chiamato Gesù? Il mio Signore. L’aggettivo "mio" dice un affetto profondo; è per questo che non si rassegna. Ma continuiamo a leggere: «Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”. Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo”.  Gesù le disse: “Maria!”. Ella si voltò e gli disse in ebraico: “Rabbunì!” - che significa: “Maestro!”».

Giovanni ci fa entrare nel cuore della Maddalena, che è così pieno di amore per il suo Signore; ci fa sentire la mancanza: lo hanno portato via! Lui l’aveva liberata, le aveva donato pace e felicità, e ora gli uomini gliel’hanno rubato; lo hanno ucciso e ora non c’è più. Giovanni ci fa prima sentire il vuoto che c’è dentro di lei, per poi riempirlo di luce: “Maria”; “Maestro”; di nuovo pace. Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Niente, neanche la morte ha questo potere.

Nell’immagine ricordo di don Luigi Sartori, il giorno del suo funerale, c’erano queste parole: «Altri testi biblici ci dicono che l’amore è forte come la morte: ma in realtà l’amore è più forte della morte, perché la morte verrà distrutta, mentre l’amore resterà, sarà la vera ultima parola». Questo è il dono pasquale che Maria di Màgdala ci testimonia.

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