Coronavirus e fase 2, la “fake positivity” e le illusioni infrante

Una sovraesposizione continua a input e spot che inneggiano al positivo a tutti i costi, facendoci perdere il contatto con la realtà: è il concetto elaborato dalla psicologa veronese Giuliana Guadagnini. “No all’ottimismo a ogni costo, no alla paura irrazionale: serve equilibrio e buon senso”

Coronavirus e fase 2, la “fake positivity” e le illusioni infrante

“Ci ho pensato molto in questi giorni, e il nome più calzante penso sia ‘fake positivity’, positività fake, falsa.
È un fenomeno che sta caratterizzando questo periodo di emergenza sanitaria: questa esposizione continua a input e spot che inneggiano al positivo a tutti i costi – ‘andrà tutto bene’, ‘insieme ce la faremo’ – risulta spesso in contrasto con la realtà oggettiva”. A parlare è Giuliana Guadagnini, psicologa esperta di dipendenza da internet, che a Verona gestisce un punto di ascolto per ragazzi e genitori. È lei ad avere coniato il concetto di ‘fake positivity’, inteso come invito a essere sempre ottimisti e gioiosi con la promessa implicita che le nostre vite cambieranno in meglio e cambieranno subito: “È un atteggiamento sbagliato, così come è sbagliato l’autoconvincimento di essere senza prospettiva. Il Covid 19 spaventa e fa paura, ma tutti noi dobbiamo impegnarci per trovare un equilibrio. È necessario uno sguardo equilibrato e oggettivo, senza fake news né fake positivity. La cura? Il buon senso”.

Come spiega Guadagnini, l’ottimismo almeno in avvio di lockdown è stato la medicina giusta, perché ha dato agli italiani la spinta per affrontare questo periodo cruciale. L’arcobaleno, #andràtuttobene, le canzoni sui balconi: “Ci hanno fatto sperare nella fase 2 come se davvero potesse essere un ritorno alla normalità. Poi però le parole del premier nel corso dell’ultima conferenza stampa ci hanno chiuso la porta in faccia, stroncato, disilluso. Ora le istituzioni predicano calma e parsimonia, fino a pochi giorni fa predicavano ottimismo e concentrazione sulla progettazione del futuro. Questo non va bene: serve oggettività. Senza questi due elementi fioriscono bufale e teoria complottiste. E le conseguenze possono essere inimmaginabili, come i due imprenditori che nel vicentino di sono tolti la vita”.

Questo invito all’ottimismo irrazionale, mette in guardia la psicologa, può anche avere come conseguenza la distrazione: “Ci hanno detto che tutto andrà bene, perciò pazienza se al supermercato non uso i guanti. Pazienza se ho dimenticato di cambiare la mascherina. L’ottimismo abbassa il nostro livello di guardia, ma ormai dovremmo averlo capito: questo virus non può essere preso sottogamba”. Le aziende chiudono, tante famiglie sono in difficoltà, ci sono nuove povertà: “No, non andrà tutto bene. No, non sarà tutto come prima. Dobbiamo rendercene conto e comportarci, razionalmente, di conseguenza”.

Come difendersi, allora, dalla “fake positivity”? Secondo Guadagnini, due sono i concetti chiave: buon senso e razionalità. “Intendiamoci: è naturale sperare in qualcosa di positivo, ma non può essere il filtro con cui leggiamo la realtà. Interpretiamo gli slogan in modo obiettivo, cambiamo modo di ragionare. Se lo faremo, saranno meno le illusioni che crolleranno. Ognuno deve trovare il proprio equilibrio tra speranza cieca e paura irrazionale, anch’essa in contrasto con la realtà oggettiva”. Di fatto, come spiega la psicologa, dobbiamo ancora elaborare il lutto della perdita della nostra vita precedente: “Dopo una prima fase di spaesamento, ci siamo ritrovati tutti arrabbiati. Poi ne abbiamo preso, almeno parzialmente, atto. Così ci siamo demoralizzati, e adesso siamo spenti. L’isolamento porta a questo: ora, però, non è il momento di abbatterci, ma di reinventarci senza cadere in trappole”. L’invito è al confronto con le altre persone, alla condivisione delle emozioni – qualsiasi esse siano –, all’ascolto e alla ricerca della verità: “Se abbiamo un problema, non cerchiamo conforto sui social, chiediamolo all’esperto. E diffidiamo da chi ci vende facili illusioni, come nella migliore tradizione del marketing”.

Ambra Notari

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)