Il papa ricorda le suore morte in Yemen: «Vittime della globalizzazione dell’indifferenza»

Francesco all'Angelus prega per le quattro suore vittime di un attacco in Yemen: «Martiri di oggi, ma non fanno notizia». Poi elogia i corridori umanitari, un «segno concreto di impegno per la pace e la vita». Sant'Egidio: «Arrivati in Italia 97 profughi, nei prossimi mesi saranno un migliaio».

Il papa ricorda le suore morte in Yemen: «Vittime della globalizzazione dell’indifferenza»

Una denuncia nei confronti della «globalizzazione dell’indifferenza», soprattutto per quanto riguarda il mondo cattolico: papa Francesco, durante l’Angelus in San Pietro, ha pregato per le quattro suore missionarie della carità, la Congregazione fondata da madre Teresa di Calcutta, uccise da un attacco terroristico nella città yemenita di Aden, dove assistevano gli anziani. E lo ha fatto, rivolgendo una critica a giornali e media per il troppo silenzio attorno a questo vile atto: «Questi sono i martiri di oggi, non sono copertine dei giornali, non sono notizie. Questi danno il sangue per la Chiesa. Questi sono vittime dell’attacco di quelli che li hanno uccisi e dell’indifferenza, della globalizzazione dell’indifferenza». Sedici, in totale, le vittime del massacro al convento che non ha ancora rivendicazioni: delle suore che hanno perso la vita, due erano ruandesi, una proveniva dall'India e la quarta era del Kenya.

Francesco ha, invece, lodato l'iniziativa del corridoio umanitario che ha portato, per il momento, in Italia 97 profughi siriani provenienti da zone di guerra: «Questo progetto-pilota, che unisce la solidarietà e la sicurezza, consente di aiutare persone che fuggono dalla guerra e dalla violenza, come i cento profughi già trasferiti in Italia, tra cui bambini malati, persone disabili, vedove di guerra con figli e anziani. Mi rallegro – ha detto Bergoglio dalla finestra del Palazzo Apostolico subito dopo la preghiera dell'Angelus - anche perché questa iniziativa è ecumenica, essendo sostenuta da Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane, Chiese Valdesi e Metodiste».

Nel ringraziare le parole del papa, la Comunità di Sant'Egidio ha ricordato il ruolo centrale del pontefice nel risvegliare le coscienze sin dall'inizio della crisi umanitaria: secondo la comunità, infatti, queste iniziative nascono dopo i ripetuti appelli di Francesco per un’Italia e un’Europa capaci di accogliere chi fugge, abbattendo i tanti muri del pregiudizio. «I corridoi umanitari - afferma la comunità - hanno consentito finora l’arrivo in Italia di 97 profughi siriani dal Libano con viaggi sicuri, senza dover rischiare la vita con i barconi nel Mediterraneo e alimentare lo sfruttamento dei trafficanti di uomini. Nei prossimi mesi, grazie a un accordo con il governo italiano, attraverso i corridoi umanitari arriveranno nel nostro Paese un migliaio di altre persone vulnerabili (vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini, anziani, malati, persone con disabilità). Ci auguriamo che questo progetto-pilota, totalmente autofinanziato dalle organizzazioni che lo hanno promosso, possa essere ripreso a livello europeo».

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)