Chiesa nel mondo

"La preghiera è ricevere tutto dalle mani del Padre e tutto ridonare a Lui. La risposta di Gesù al desiderio dei suoi discepoli è allora sintetizzabile in una sola parola: Padre. Ed è bello cogliere nella risposta del Signore non una formula o un insieme di parole, bensì un atteggiamento, lo stesso atteggiamento di Gesù, che mai smette di essere Figlio di Dio. Pregare è rivolgersi al Padre e quindi riconoscersi figli", dice al Sir il presidente del Rinnovamento, in vista della 46ª Convocazione nazionale dei Cenacoli, Gruppi e Comunità, in programma da venerdì 26 a domenica 28 aprile alla Fiera di Rimini

Abbiamo visto che è compito anzitutto del parroco e dei suoi collaboratori più stretti (sacerdoti e laici) fare della parrocchia un contesto dove sia possibile pregare, ma questo non basta: se infatti creare un contesto adatto può aiutare chi già prega, la parrocchia, come espressione concreta della Chiesa che evangelizza un territorio, deve prima insegnare alle persone a pregare e, ancora prima, deve insegnare la bellezza e la necessità della preghiera

Si può affermare che i giovani in questo tempo incontrano di solito delle persone che rendono visibile la presenza di Dio attraverso una vita profondamente umana? Dove siamo noi adulti che spesso ci perdiamo dietro alle tante cose da fare, disconoscendo l’essenziale della nostra esistenza, Gesù e il Vangelo, da rendere visibile laddove realmente siamo? Come stiamo curando una vita di fede perché la nostra testimonianza non si traduca in un vago spiritualismo o in una religiosità disincarnata? Se i giovani incontrano persone che si giocano totalmente l’esistenza per Cristo in qualsiasi stato di vita, sono disponibili ad approfondire la relazione con Lui e a rispondere con il loro “eccomi” ad ogni chiamata

La Comunità, formata da gente semplice, non ha mai dato a nessuno l’occasione di sentirsi membro di una élite ma ognuno è stato coinvolto nel piccolo gregge di pecorelle di Nostro Signore Gesù. Operai, impiegati, casalinghe, tutti sono stati “dipendenti” che si sono sottomessi alla volontà di Dio padre per formare insieme un cuor solo e un’anima sola

Compie 40 anni la Comunità Magnificat Dominum. Era infatti il 1984 quando, ad opera di un gruppo di fedeli laici, presso la parrocchia Sant’Alfonso Maria de’ Liguori in Foggia, la Comunità Magnificat Dominum nasceva e muoveva i suoi primi passi nella Chiesa. L’apertura del 40° anniversario sarà caratterizzato da un weekend di adorazione e preghiera animato dalla potente azione dello Spirito Santo. Oggi e domani i membri della comunità si ritroveranno per rendere gloria a Dio per le benedizioni e le meraviglie compiute dal Signore in questi 40 anni e ringraziare per le tante vite cambiate e i tanti cuori trasformati

“La pace non è soltanto silenzio delle armi e assenza di guerra; è un clima di benevolenza, di fiducia e di amore che può maturare in una società fondata su relazioni di cura, in cui l’individualismo, la distrazione e l’indifferenza cedono il passo alla capacità di prestare attenzione all’altro, di ascoltarlo nei suoi bisogni fondamentali, di curare le sue ferite, di essere per lui o lei strumenti di compassione e di guarigione”.

Concluso a Salerno il convegno nazionale Cei Unesu-Irc. Emersa l’importanza di sviluppare alleanze e reti educative, coltivare la speranza, educare i giovani a libertà e responsabilità trasmettendo loro la capacità di vivere in prima persona. Diaco: “Farsi prossimi ai ragazzi per accompagnarli nel mondo degli adulti". Ma occorre "cambiare la narrazione sull’Irc”

“Non c’è amore più grande che dare la vita!”. Sono queste le parole con cui padre Massimo Rocchi, direttore del Collegio Brandolini-Rota, ha concluso l’intensa omelia pronunciata nel duomo di Oderzo, al funerale di Azzurra Carnelos, la giovane mamma mancata prematuramente lo scorso 15 aprile (avrebbe compiuto 34 anni il 18 aprile). Durante la gravidanza si era ripresentato il tumore che sembrava sconfitto, e Azzurra ha scelto di rimandare le cure per permettere al piccolo Antonio di nascere.

“La Russia non è così forte come appare all'esterno”. Lo dice il vescovo ausiliare, monsignor Edward Kawa, in avvio di conversazione. L’abbiamo incontrato la scorsa settimana nell’episcopio di rito latino di Leopoli. La conversazione si concentra subito sulla guerra e i problemi da essa creata. Il presule, che è anche segretario della conferenza episcopale ucraina prova a scherzare: “Quando suona l'allarme i bambini della vicina scuola si rifugiano nei sotterranei, però si lamentano perché là non arriva la connessione del wifi”.