Chiesa nel mondo

“È tempo, cari giovani economisti, imprenditori, lavoratori e dirigenti d’azienda, è tempo di osare il rischio di favorire e stimolare modelli di sviluppo, di progresso e di sostenibilità in cui le persone, e specialmente gli esclusi (e tra questi anche sorella terra), cessino di essere – nel migliore dei casi – una presenza meramente nominale, tecnica o funzionale per diventare protagonisti della loro vita come dell’intero tessuto sociale. Questo non sia una cosa nominale: esistono i poveri, gli esclusi… No, no, che quella presenza non sia nominale, non sia tecnica, non funzionale. 

Nasce la casa del pensiero di “Comunità di Connessioni”. “È vero, una testata giornalistica che nasce non fa notizia. Però quella di Comunità di Connessioni che dal 22 novembre inizia a navigare può essere una pagina di speranza anche per il mondo del giornalismo”, spiega padre Francesco Occhetta, direttore e fondatore di “Comunità di Connessioni”, perché “nasce povera e dal basso, nasce da una comunità di giovani e da una generazione intermedia, nasce per contribuire a portare nuovi volti, competenze certificate e un metodo al mondo politico e sociale”.

“La crisi sociale ed economica, che molti patiscono nella propria carne e che sta ipotecando il presente e il futuro nell’abbandono e nell’esclusione di tanti bambini e adolescenti e di intere famiglie, non tollera che privilegiamo gli interessi settoriali a scapito del bene comune. Dobbiamo ritornare un po’ alla mistica – allo spirito – del bene comune”. 

“La situazione sanitaria nella Marsica e nella provincia di L’Aquila è drammatica. Non c’è città, paese o piccolo borgo che non sia stato attraversato dal dramma di questo virus”: lo dice al Sir mons. Pietro Santoro, vescovo della diocesi di Avezzano, che racconta in questo modo l’alto numero di contagi e morti sottolineando anche le difficoltà in fatto di strutture sanitarie: “L’ospedale di Avezzano ha il personale che sta operando al meglio delle sue possibilità, ma la struttura non è in grado di affrontare questa pressione”.

L’esperienza di fragilità si sta trasformando in risorsa? Tante persone oggi si chiedono dov’è Dio, mentre altri incominciano a invocarlo. Molti, in questo periodo, riscoprono la preghiera, si accorgono della presenza dei monasteri, contattano le fraternità di contemplative, le frequentano, chiedono di pregare con loro o di essere ascoltati. Sentono il bisogno non solo di chiedere la loro intercessione orante, perché il Signore ponga fine alla pandemia, ma sentono la necessità di aprirsi personalmente a Lui. Quando scoprono che la preghiera è relazione, è rapporto d’amore personale e inedito con il Signore, le persone vivono nella profondità dell’esistenza lo svelamento di Dio e, nella relazione con Lui, scoprono il senso della vita

“Ho chiesto al Santo Padre la dispensa dall’ordinazione episcopale. L’ufficio del vescovo (come dice il titolo di un mio recente libro di esercizi spirituali per vescovi) è di essere pastore e pescatore. Alla mia età (86 anni, ndr.) c’è ben poco che potrei fare come ‘pastore’; d’altra parte, quello che potrei fare come ‘pescatore’ posso continuarlo a fare annunciando la parola di Dio”. 

“Il progresso digitale va affrontato come uno strumento utile a rafforzare l’inclusività, la sostenibilità e il bene comune. L’economia digitale, se vuole promuovere l’effettivo progresso umano, deve mettere la tecnologia al servizio dell’umanità, contrastando le spinte verso la concentrazione del potere economico e la strumentalizzazione del lavoro umano”. 

“In questi giorni che mi hanno visto attraversare la sofferenza del contagio da Covid-19 ho potuto toccare con mano l’umanità, la competenza, la cura poste ogni giorno in essere, con instancabile sollecitudine, da tutto il personale, sanitario e non. Medici, infermieri, Oss, amministrativi: ciascuno di loro si impegna nel proprio ambito per assicurare la migliore accoglienza, cura, accompagnamento per ogni paziente, riconosciuto nella sua vulnerabilità di persona malata e mai abbandonato all’angoscia e al dolore”.

Mons. Mariano Crociata, vice-presidente della Comece: “Si può temere una deriva di frammentazione collettiva nella lotta egoistica degli uni contro gli altri a tutti i livelli. Si deve però aggiungere che per molti questa crisi è diventata e può diventare la molla per un ribaltamento positivo della situazione”. Ad un patto però: “la solidarietà deve rimanere l’obiettivo e il metodo del progetto dell’Unione, se non si vuole far naufragare l’impresa europea in un passaggio cruciale della sua storia!”

“Ritrovare la speranza e la solidarietà”. Si intitola così il messaggio che i presidenti delle Conferenze episcopali dell’Unione europea rivolgono oggi alle Istituzioni europee e agli Stati Membri in vista del prossimo incontro del Consiglio dell’Unione europea. È la prima volta che i Presidenti dei vescovi Ue uniscono la loro voce per invitare a “costruire una fraternità universale che non lasci fuori nessuno” e vincere così “le più grandi sfide di questo periodo storico, inclusa la pandemia di Covid-19”. L'invito è ad "approfittare di questa crisi per realizzare un cambiamento radicale in meglio"

Papa Francesco ha dedicato alla figura di Maria, "come donna orante", l'udienza di oggi. Pregare "col cuore aperto", l'invito: "Signore, quello che Tu vuoi, quando Tu vuoi e come Tu vuoi". "Una preghiera semplice, ma è mettere la nostra vita nelle mani del Signore"

Il 18 novembre 1920 con un decreto dei Commissari del popolo per la salute e la giustizia, veniva legalizzato l’aborto nella Repubblica socialista sovietica: “È stata la prima volta nella storia dell’umanità che l’omicidio di un bambino concepito è stato dichiarato un mezzo per proteggere la salute delle donne e gli interessi della razza”.