Schermi

Più che una celebrazione in grande stille, quest’anno la notte dei Golden Globe è stata ridotta a una mera divulgazione tra social e comunicati stampa. Nessuna diretta Tv, e tante polemiche legate soprattutto alla mancanza di attenzione ai temi dell’inclusione e della diversità. Il saldo finale della serata ha dato comunque molte conferme e qualche sorpresa

Sbarca nelle sale italiane “Una famiglia vincente. King Richard” di Reinaldo Marcus Green, biopic sulle tenniste Venus e Serena Williams, uno dei titoli forti della stagione, che lancia Will Smith nella corsa ai premi come attore protagonista. Novità in piattaforma: il documentario “Harry Potter: Return to Hogwarts” su Sky e Now, che celebra i 20 anni dal primo film sul maghetto uscito dalla penna di J.K. Rowling, e la docuserie “Stories of a Generation con papa Francesco” con la partecipazione del Santo Padre

A proposito della morte confidava che con gli anni, l’ansia della fine era diminuita, “perché se sei ansioso per la morte, allora non hai il senso dell’unicità delle cose”. Si augurava di affrontare questo momento ultimo con grazia, il talento che i critici cinematografici gli hanno sempre riconosciuto. Così è stato e ora quella grazia resta immortale nelle sue pellicole

Correva l’anno 1922 e nella visione di John Reith, padre della British Broadcasting Corporation, quella radio di Stato doveva essere un’emittente indipendente, in grado di istruire, informare e intrattenere l’intera nazione. Libera da interferenze politiche e da pressioni commerciali. Poi sono arrivati la tv, i documentari, i dibattiti. Ma anche la concorrenza delle reti commerciali e a pagamento. Il sostegno dei governo sembra venir meno. Secondo Tony Hall, ex direttore, “nell’epoca delle fake news la Bbc rimane un modello di imparzialità e verità”.

Dio nei film di Natale viene nascosto con la stessa efficacia con cui potresti nascondere un elefante nel salotto di casa tua: indubbiamente ne spunterà in continuazione qualcosa; puoi provare a nascondere la Mangiatoia di Betlemme sotto cumuli di neve, palle di Natale scintillanti, musichette, dolci, brillantini e sentimentalismo, ma prima o poi spunterà fuori la chiamata all’amore, alla conversione, alla pace

Non serve essere ferventi cattolici per inciampare nei tabù sul sesso. Da sempre, solo la parola provoca e genera contrasti. Ma fra la morale più bigotta e la lussuria sfrenata qual è la strada indicata da Dio per l’umanità? Prova a rispondere Giovanni Scifoni nel suo “Santo piacere. Dio è contento quando godo” tornato al teatro Sala Umberto di Roma a dicembre. Sul palco l’attore pone a confronto la fede e il godimento della carne. Da mattatore, si cala nei panni del pacato don Mauro e del pizzaiolo Rashid, moderno e musulmano, riporta alla memoria gli anni ’80, i secoli e i papi del passato, mette alla prova il pubblico, facendolo divertire e poi commuovere.

Penso che la cosa più preziosa che un cristiano può recepire dall’opera di Zerocalcare, al di là dello spasso e dei revival (per la mia generazione di bamboccioni, almeno), sia questa: che l’uomo, senza Cristo, semplicemente non ha risposte ed è incompleto, e non ha difese convincenti contro l’apparente ragionevolezza della disperazione (l’Armadillo)