Fatti

Un quartiere che diventa “casa”, comunità, luogo di aiuto reciproco e cura della vita. “La casa è il quartiere”. È l’espressione che ti ripetono tutti nelle “villas” di Buenos Aires, dopo duecento giorni praticamente ininterrotti di lockdown. Ce lo dice il vescovo di San Justo, mons. Eduardo García, il parroco di La Matanza, il cura villero padre Tano Angelotti, il medico Ricardo Paiva, che sempre a la Matanza ha aperto un ambulatorio con un servizio di ambulanza. Ce lo rivela, perfino, un originale programma televisivo tutto dedicato alle opere cui la “fantasia della carità” ha dato vita in questa immensa periferia. L’Argentina è stato il primo Paese dell’America Latina a chiudere tutto. È grazie alle parrocchie delle villas se i drammatici effetti sociali di questo lungo blocco - mancanza di lavoro, chiusura delle scuole, sovraffollamento nelle piccole e fatiscenti abitazioni, la presenza della criminalità e del narcotraffico - sono stati attutiti e non sono diventati devastanti

In alcune provincie dell’Argentina si muore ancora di Covid, ma forse il peggio è alle spalle. I morti sono stati inceneriti, come disponevano le autorità sanitarie. I vivi stanno ricucendo le molte ferite aperte: familiari, amici, vicini di casa scomparsi, attività economiche compromesse, il lavoro decurtato. La vita nella baraccopoli, che già era in equilibrio precario, è stata scompaginata da uno tsunami lungo sette mesi. La fragile economia delle villas miserias messa in ginocchio. Eppure c'è il segno di una solidarietà generosa, caparbia, contagiosa, che ha sfamato migliaia di persone tutti i giorni, ha realizzato rifugi per l’isolamento degli infetti, ha allestito ricoveri per chi era a rischio, ha disinfettato strade, cortili, piazze, giardini e scuole perché potessero giocarci i più piccoli con una certa sicurezza.

Emergenza freddo: è ripartito il Piano di accoglienza invernale per le persone senza fissa dimora all'interno del Comune di Padova: 181 posti letto disponibili e monitoraggio quotidiano per scongiurare focolai di Covid-19. La Caritas riapre casa Arcella con 50 posti. Non c'è nessuna parrocchia coinvolta nell’ospitalità perché le norme di sicurezza richiederebbero uno sforzo enorme.  

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate entro lo scorso mese di ottobre sono state il 21,1% in meno rispetto al 2019. 1.036 le denunce per esito mortale (+15,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). Incremento influenzato dai decessi avvenuti a causa del Covid-19 che rappresentano circa un terzo di quelli denunciati da inizio anno

Terapia intensiva. Parlano medici e infermieri che da febbraio lavorano senza tregua accanto a chi lotta per la vita. La solitudine di chi affronta turni massacranti mentre il Paese discute sulla riapertura delle piste da sci. La testimonianza. «Il paziente era grave – racconta Michela Marca – e la famiglia mi ha detto che avrebbe voluto ricevesse l’unzione dei malati. Negli ultimi istanti ho fatto io una preghiera per la famiglia al suo capezzale»