Idee

La settimana mediatica si è aperta sul dibattito circa l’invio dei carri armati occidentali in Ucraina, le amanti indagate di Matteo Messina Denaro (a proposito: è davvero buon giornalismo quello che spiattella in pagina e in video le lettere d’amore scritte da Maria Masi al boss decenni fa?) e sulle 36 pagine di motivazioni per cui la Corte di appello della Federazione italiana gioco calcio ha sentenziato il meno 15 in classifica alla Juve. 

Chi combatte la guerra in Ucraina o la osserva da fuori, attende il colpo grosso, ma non sa sempre con precisione cosa accadrà. Nel frattempo l’azzardo si impadronisce dei giocatori, così come l’odio. C’è chi, sull’eventuale pace del conflitto ucraino, evoca il ricordo della conferenza di Monaco, l’incontro che nel 1938 fu preludio della seconda guerra mondiale, e chi, come Papa Francesco chiede di riconoscere uguale dignità umana. Al Sir, Alessandro Politi, direttore della Nato Defense college foundation, delinea ipotetici percorsi di pace provvisoria per due avversari messi a dura prova dalla guerra

“Il divario fra Nord e Sud verrà colmato solo nel 2020”. Questo è il titolo apparso sulle colonne del Corriere della Sera il 13 settembre 1972. Cinquant’anni fa un grande meridionalista cattolico come Pasquale Saraceno, dolendosene, si sbilanciava in questa amara previsione.  Sono dunque trascorsi 50 anni da quel titolo comparso sulle colonne del Corrierone, ma la questione meridionale, nel frattempo quasi scomparsa dai radar dell’informazione e della politica, ha mutato volto e dimensioni continuando a interrogarci.

Come nel Monopoly, dove sbucano imprevisti e probabilità, anche il sistema pensionistico in Italia è un’incognita. La costante? Non far nulla per i giovani. Legge di bilancio sott’occhio - Seconda parte La nuova Quota 103 prevede in via sperimentale la possibilità di accedere alla pensione con 62 anni di età e 41 di contributi. Un problema: diminuiscono i lavoratori e aumentano i pensionati