Chiesa nel mondo

La Chiesa di El Salvador, pur nell'emergenza Coronavirus, vive in questi giorni una doppia gioia. Da un lato, qualche settimana fa, è arrivata la notizia del riconoscimento del martirio del sacerdote gesuita Rutilio Grande e di due laici che lo accompagnavano, Manuel Solórzano e Nelson Rutilio Lemus. Dall’altro, martedì 24 marzo si celebra il quarantesimo anniversario del martirio di san Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, che di padre Rutilio fu amico.

A Cremona 828 contagi; in tutta la provincia 2.985 e 321 decessi, ai quali oggi si aggiunge un medico. Da sabato è operativo l'ospedale da campo donato da una charity evangelica Usa. La testimonianza di uno dei cappellani dell'ospedale "Maggiore", colpito due settimane fa dal virus ma in via di guarigione: "Non solo i malati, anche medici e infermieri hanno bisogno di noi". "In tanta sofferenza Dio c'è: è nei loro gesti d'amore"

Da Cafarnao, in Terra Santa, a Bergamo: la testimonianza di fra’ Luca Panza, francescano bergamasco della Custodia di Terra Santa, guardiano del convento di Cafarnao, sul lago di Tiberiade, il cosiddetto mare di Galilea. "Siate forti e perseverate nella fede. Da buoni bergamaschi riusciremo a ricostruire e rendere più solidi gli argini che il mare ha portato con sé"

“Una domenica stranissima questa Mothering Sunday (la festa nella quale nel Regno Unito si festeggiano le mamme e, in passato, le famiglie si recavano per le funzioni nella cattedrale). Sono qui solo in una cattedrale deserta dove i fedeli pregano a distanza di due metri gli uni dagli altri. C’è tanto silenzio e tanta pace”. 

“La storia della tenebra straziante che stanno sperimentando tanti malati, le loro famiglie e coloro che li curano, la nostra Nazione che conta i suoi morti e il mondo intero, è vista da Dio, è sotto il Suo sguardo. E mentre ci sentiamo abbandonati, soli, con tanta difficoltà a vivere e a sperare, vogliamo lasciarci avvolgere da questo sguardo. Uno sguardo che oggi il Vangelo ci invita a cogliere come sanante”. 

Nella città in quarantena, dalle strade vuote, con le fabbriche quasi ferme e la gente chiusa nelle case, c'è una comunità che resiste e continua a prendersi cura dei più fragili: la Piccola casa della divina Provvidenza.Il Superiore generale, padre Carmine Arice racconta il miracolo quotidiano del Cottolengo e dice: "Finita questa esperienza, non si potrà più essere come prima. Viviamo un male che può trasformarsi in un dono per tutti".

"Andrà tutto bene. Insieme ce la faremo". Non ha dubbi la presidente dell'Istituto Serafico di Assisi che attualmente accoglie in modo stabile gli 80 ragazzi con disabilità gravi ricoverati in regime residenziale che, a causa delle restrizioni imposte dalle misure di contrasto al Covid-19, non possono rientrare a casa, come di consueto, nei fine settimana. Con una nuova organizzazione e rigorose misure di sicurezza si va avanti mentre "la serenità dei ragazzi è più contagiosa del coronavirus"

Mentre in Italia l'emergenza legata alla diffusione del Covid-19 assorbe ogni attenzione, Caritas italiana invita a non abbassare lo sguardo verso altre tragedie non meno importanti e che durano da ancor più tempo. «Siamo arrivati ormai al nono anno dalla guerra in Siria – si legge nel sito di Caritas italiana – Dal 15 marzo 2011, oltre a provocare un doloroso esodo verso i paesi vicini, vede soffrire in modo particolare le donne: vittime, schiavizzate, violentate da una guerra che non hanno scelto».

Il Santo Sepolcro resta aperto ma i fedeli sono tenuti ad osservare le seguenti disposizioni: “astenersi da qualsiasi raduno di più di 10 persone nello stesso luogo e allo stesso tempo nella Basilica; mantenere una distanza minima di 2 metri tra ogni persona; evitare qualsiasi atto di devozione che potrebbe includere il contatto fisico come toccare e baciare le pietre, toccare icone, paramenti e il personale nella Basilica: rispettare sempre le istruzioni delle autorità”.

“Oggi vorrei ricordare le famiglie che non possono uscire di casa. Forse l’unico orizzonte che hanno è il balcone. E lì dentro, la famiglia, con i bambini, i ragazzi, i genitori: perché sappiano trovare il modo di comunicare bene, di costruire rapporti di amore nella famiglia, e sappiano vincere le angosce di questo tempo insieme, in famiglia. Chiediamo la pace delle famiglie oggi, in questa crisi, e per la creatività”.