Chiesa nel mondo

A 90 dalla firma, i Patti Lateranensi sono ancora oggi un esempio di "fattiva collaborazione" tra Stato e Chiesa, che "consentono sia alla Santa Sede, sia alla Chiesa italiana di intervenire sul piano economico, sociale, culturale e caritativo per far pronte a tutte quelle forme di povertà che purtroppo oggi ancora affliggono il mondo", come la crisi dei migranti. Ne è convinto mons. Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, che per il Sir analizza anche l'evoluzione del termine "laicità" e del rapporto tra cattolici e politica

Padre Daniele, padre Beppe e padre Emilio vivono in un’ala della casa secondo uno stile di vita autogestito. Michele e Sara, dal 2016, e Giampaolo e Francesca, dal 2017, risiedono con i figli in due appartamenti autonomi al primo piano. Le loro vite si intrecciano in vario modo nel corso della settimana: un saluto veloce al mattino prima di portare i figli a scuola, la preghiera dei vespri in cappella, la lectio del giovedì sera, un pasto condiviso, i bambini affidati per qualche ora al babysitteraggio dei padri...

(da New York) “Un muro in sé non è immorale, ma può essere costruito per uno scopo immorale”. Il card. Joseph Tobin, arcivescovo di Newark, in un articolo pubblicato sul New York Times denuncia le politiche dell’amministrazione Trump e in particolare l’affermazione del presidente che considera “immorali” tutti coloro che si oppongono alla costruzione della barriera al confine con il Messico.

Susana Raffalli Arismedi è una delle più grandi esperte al mondo in emergenze di questo tipo. Collabora con la Caritas dal 2011, in precedenza ha lavorato per l’Unicef, la Croce rossa, varie Ong. E’ stata in America Centrale, nelle Filippine, in Birmania… E negli ultimi anni si è data una missione: lavorare a testa bassa per salvare il maggior numero di persone possibile, soprattutto bambini, di fronte alla crisi economica e sociale che ha messo in ginocchio il suo Paese

L’abbraccio con il Grande Imam di al-Azhar; la firma di un Documento comune e una parola d'ordine: "Fraternità". È la sintesi del 27° viaggio apostolico di Papa Francesco, il primo Pontefice a visitare la penisola arabica e a celebrare una messa all'aperto per un piccolo, ma polifonico, gregge: il milione di cattolici, pari al 10% degli abitanti. Un popolo di migranti a cui il Papa ha chiesto, nello Zayed Sports City davanti a 135mila fedeli e 4mila musulmani, di vivere lo spirito delle Beatitudini

Bisogna essere capaci di accogliere con spirito sgombro da pregiudizi la novità che viene proposta ed allora la riflessione comune sulla Bibbia “potrà avere un impatto non solo sugli aspetti del dialogo ebraico-cristiano, ma anche sulle nostre rispettive comunità, arricchendo la nostra reciproca comprensione”

Ottocento anni dopo l’incontro tra san Francesco e il sultano Malik al Kamil, avvenuto a Damietta, in Egitto, nel 1219, Papa Francesco, sarà dal 3 al 5 febbraio negli Emirati Arabi Uniti, primo pontefice della storia a mettere piede nella Penisola arabica, culla dell’Islam. Il Custode di Terra Santa, padre Patton: "San Francesco ha dimostrato in piena Quinta Crociata che era possibile il dialogo, l’incontro e l’amicizia tra un cristiano e un musulmano"

Sono state colpite le diocesi di Catania e di Acireale: Fleri, frazione di Zafferana Etnea, Santa Venerina, Pennisi, Monterosso e Santa Maria La Stella. Per la Protezione civile regionale (dato del 31 dicembre), gli sfollati sono 1.096. È quanto si apprende dalla Protezione civile regionale. Ma la maggior parte sono ospitati in alberghi convenzionati con la Regione Siciliana, mentre meno di 300 persone hanno fatto ricorso a sistemazioni autonome. Sono più di 4mila le richieste di sopralluoghi. Sono inagibili scuole e chiese dei quartieri colpiti

Don Valentino Cottini (Pisai) racconta al Sir le prospettive del viaggio di Papa Francesco negli Emirati Arabi: “Ha un’importanza unica. È la prima volta in assoluto che il capo della Chiesa cattolica sbarca nella penisola araba. Non possiamo dimenticare che la penisola araba è la culla e il santuario dell’Islam, dove per secoli si è sostenuto che potessero mettervi piede solo i musulmani”

Movimenti ecclesiali e civili, fedeli e semplici cittadini hanno riempito ogni spazio della cattedrale, raccogliendo l’invito dell’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo. “La solidarietà dimostrata in questa occasione deve essere per tutti uno stile quotidiano” ha detto il presule nel suo saluto a conclusione della veglia sul tema “Ero forestiero e mi avete ospitato”. E ha ricordato ai presenti: “Nel Vangelo, Gesù Cristo si identifica con l’affamato, l’assetato, lo straniero, il nudo, il malato e il prigioniero”