Idee

Una meditazione sulla scoperta della Resurrezione da parte delle tre donne con le parole di Boris Pasternak, che vede tutto con gli occhi del poeta credente: ne coglie il dolore, lo sgomento forse anche l’inquietudine

La vera gioia non può essere pagata dalla pena passata. Altro è il Silenzio dei credenti, altro è il nostro Silenzio. Altro il Silenzio della Madre, altro il Silenzio del Padre, altro il Silenzio del Figlio. Altro il Silenzio degli innocenti e dei penitenti. Delle sorelle e dei fratelli. Dei vecchi e dei bambini. Di quelli che tra loro, in ogni parte del mondo, azzerano i confini, distruggono le guerre, cancellano la parola “nemico” e si chiamano amici. Esso nasconde l’ascolto di un grido

Il silenzio di Gesù oggi ci invita ad avere sempre un cuore di carne che fa vedere che è possibile amare secondo Dio. Ci chiede di chinarci sempre verso tutti, per lavare i piedi di chi ha bisogno, anche sporcandoci le mani, soprattutto dove è annientata la vita. Ci stimola ad operare evangelicamente dove le trasformazioni sociali non sempre mettono al centro la persona nella sua totalità concreta, soprattutto perché vengono garantite le risorse per chi ha già tanto, a scapito dei più poveri che non possono neanche mangiare o usufruire delle cure sanitarie nel tempo opportuno. Gesù con il silenzio del Sabato santo si consegna ai credenti, perché tutti coloro che sono ancora in ricerca, possano incontrare delle persone che amano la giustizia, la pace, la gioia attraverso la testimonianza di chi, come Gesù, parla oggi con il linguaggio dell’amore

È l’amore che vince la morte e l’inferno, non la forza. L’amore che diventa comunione ristabilita, proprio in quelle due realtà che più sono antitetiche alla comunione: il peccato e l’incomunicabilità della morte, appunto. Il mondo si è fermato al venerdì, e deride ancora oggi un Cristo morto appeso. Noi, partecipi della domenica, da questa vittoriosa sconfitta e da questo amore spezzato e riversato nel nostro nulla possiamo imparare a non avere più paura

Al sacerdote è affidata, tra le tante, una sfida che oggi rappresenta un vero e proprio segno dei tempi. In questo tempo che per la Chiesa assomiglia molto alla primavera in cui tutto fiorisce o tutto gela in un attimo, prendere sul serio i propri fratelli e sorelle, come diceva il messaggio già ricordato, vuol dire accompagnarli a riconoscere la Voce che chiama alla pienezza della vita perché diventi a sua volta un dono. Vuol dire tornare ad annunciare a tutti una visione responsoriale dell’esistenza; come direbbe il compianto don Tonino Bello: “Non recintatevi dentro di voi circoscrivendo la vostra vita in piccoli ambiti egoistici, invidiosi, incapaci di aprirsi agli altri. Appassionatevi alla vita perché è dolcissima. Mordete la vita!"

Sono lontani gli anni che seguirono la Seconda guerra mondiale, con assetti territoriali e politici determinati dalla chiusura di un conflitto avvenuta attraverso il posizionamento degli eserciti piuttosto che con la formula dei trattati di pace. Quegli anni ci hanno mostrato che dire Finlandia significava poggiarsi su un equilibrio apparentemente labile, ma capace di produrre i lineamenti di un ordine internazionale. Unilateralismo, bipolarismo e multilateralismo guardando la Finlandia, trovavano un paradossale momento di incontro

Il Governo italiano ha proposto un disegno di legge che non consentirebbe la produzione di alimenti ottenuti a partire da colture cellulari. Una scelta avventata, non essendoci ancora autorizzazioni, o mossa precauzionale? Coldiretti già l’anno scorso ha avviato una petizione contro la carne in vitro: «Così si tutelano allevatori e consumatori». Ma la popolazione mondiale cresce e l’allevamento intensivo ha conseguenze su deforestazione e aumento di CO2

Rischia di essere forte il colpo alla salute mentale degli adolescenti più vulnerabili che usano il bold glamour, l’ultimo dei filtri applicabili sui social. Grazie all’intelligenza artificiale, il tool dona labbra gonfie, sopracciglia folte e definite, incarnato uniforme senza brufoli e trucco impeccabile. “L’essere umano non è più il corpo che possiede, ma è la rappresentazione che di esso riesce a offrire attraverso immagini modificate, make-up estremo, sovra-esposizione” spiega Simone Digennaro docente e ricercatore dell’Università di Cassino