Millecinquecento anni fa l’Europa, devastata dalle invasioni barbariche, risorse grazie ai monasteri; cinquecento anni fa un ambizioso cortigiano basco, devastato da una cannonata tra le gambe, risorse quale maestro di fede grazie alla spiritualità benedettina di Montserrat; anche oggi l’umanità, devastata da mille crisi esteriori e interiori, può trovare nella saggezza monastica una via di scampo e un principio di rinascita
Chiesa nel mondo
“Lottare ogni giorno con l’oscurità”, perché “c’è uno scontro quotidiano tra luce e tenebre, che non avviene là fuori da qualche parte, ma dentro ciascuno di noi”.
“Nessuno può dire che il presidente Draghi non fosse un uomo di alta qualità internazionale”.
Quello contro gli indigeni “è stato un genocidio”. Lo ha detto il Papa, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa sul volo di ritorno dal Canada.
“La porta è aperta, è una opzione normale, ma fino ad oggi non ho bussato a questa porta, non ho detto andrà in questa stanza, non ho sentito di pensare a questa possibilità. Ma questo non vuol dire che dopodomani non cominci a pensare, no?”.
Marta, la donna del Vangelo che accoglie nella sua casa Gesù che “amava Marta e sua sorella e Lazzaro” (Gv 11,5), ci fa vedere plasticamente come viviamo a volte quando siamo presi da mille cose e trascuriamo le persone. Responsabile di tutto l’andamento della casa, ella si preoccupa di onorare l’ospite, di programmare tutto, perché non manchi nulla al Maestro. Non si ferma, non rimane di fronte a lui per incontrare lo sguardo, sembra ignorare la sua presenza reale, anche se si adopera con ansia per preparare il pasto. Si identifica con il suo ruolo, non si lascia guidare dal senso della sua vita che orienta tutti i momenti dell’esistenza. Ha bisogno di essere riconosciuta perfetta, perché non riconosce che l’essere umano ha in dotazione anche le fragilità
Nella quarta giornata in Canada, il Papa ha chiesto ancora una volta perdono alle vittime di abusi sessuali e ha indicato la strada dal fallimento alla speranza, che passa per la "credibilità" della testimonianza
“Non c’è bisogno di chiedersi come proseguire le guerre, ma come fermarle. E di impedire che i popoli siano tenuti nuovamente in ostaggio dalla morsa di spaventose guerre fredde allargate". Così il Papa nel suo primo discorso in Québec, durante la terza giornata in Canada, in cui ha rinnovato la sua richiesta di perdono e messo in guardia dalle "colonizzazioni ideologiche"
“Con voi condividiamo un profondo desiderio che la Chiesa sia al centro del nostro mondo, irradiando a tutti l’amore e la misericordia di Gesù Cristo”: lo scrivono i vescovi di Inghilterra e Galles nella loro riflessione sulla sintesi nazionale dei contributi diocesani per il Sinodo.
La messa al Commonwealth Stadium di Edmonton, davanti a 50mila persone, e il pellegrinaggio al Lac Ste. Anne, dove migliaia di canadesi implorano il dono della guarigione. Sono i due momenti pubblici della seconda giornata in Canada. Il filo rosso: l'omaggio ai nonni
“Oltre che figli di una storia da custodire siamo artigiani di una storia da costruire”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia della Messa presieduta al Commonwealth Stadium di Edmonton ha affermato che “ciascuno può riconoscere di essere quel che è, con le sue luci e le sue ombre, a seconda dell’amore che ha ricevuto o che gli è mancato.
Si è svolta martedì 26 luglio 2022 a Roma, in presenza e in video conferenza, l’Assemblea dei Soci dell’Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani (WECA).
La Calabria che lotta non lascia cadere le parole pronunciate da Papa Francesco il 21 giugno 2014 a Sibari. Parola di monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, che al Sir esprime l’impegno che la Chiesa calabrese sta profondendo nel contrasto alle diverse forme di criminalità organizzata. Dopo il pestaggio subito il 9 luglio scorso da Francesco Coco, ex primo cittadino di Roccabernarda (Kr), la solidarietà delle istituzioni è stata unanime. Insieme a essa, la preoccupazione perché ancora troppe volte vengono utilizzati dei minori per commettere dei fatti criminosi
“Oggi sono qui, in questa terra che, insieme a una memoria antica, custodisce le cicatrici di ferite ancora aperte. Sono qui perché il primo passo di questo pellegrinaggio penitenziale in mezzo a voi è quello di rinnovarvi la richiesta di perdono e di dirvi, di tutto cuore, che sono profondamente addolorato”.
Per il 6° anniversario dell’assassino di padre Jacques Hamel, ucciso mentre celebrava la messa nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray il 26 luglio 2016, la diocesi di Rouen ha reso noto il programma di alcune iniziative.