Chiesa nel mondo

Oggi pomeriggio, dalle 16 alle 17, nelle cappellanie ospedaliere del Paese si svolgerà contemporaneamente un momento di adorazione eucaristica per ringraziare Dio del dono dei medici, degli infermieri e di tutti coloro che quotidianamente si dedicano con professionalità, dedizione, grande umanità alla cura di ogni persona malata.

Papa Francesco ha dedicato l'udienza di oggi alla preghiera nella vita quotidiana. Nei saluti finali, un invito ai fedeli italiani: “In una società che continua ad essere lacerata da contrasti e divisioni, siate segno di un progetto di riconciliazione e di fraternità"

La Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto ieri il programma ufficiale del viaggio di Papa Francesco in Iraq (5-8 marzo). Tra i vari appuntamenti, il programma prevede, come primo incontro pubblico, quello con i vescovi, il clero e le comunità religiose irachene nella cattedrale siro-cattolica “Nostra Signora della Salvezza”, a Baghdad. Un luogo significativo per la chiesa d'Iraq perché qui, il 31 ottobre del 2010, durante la messa vennero massacrati da 5 terroristi islamici 48 fedeli, due erano sacerdoti. Il 31 ottobre 2019 si è chiusa la fase diocesana della Causa di beatificazione e Dichiarazione di Martirio di questi “servi di Dio”. Il Sir ha raccolto la testimonianza del postulatore della Causa, don Luis Escalante.

Padre Amir Jaje, domenicano, consigliere per il dialogo con l’islam nel Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ripercorre all’indomani della conferma da parte della Santa Sede dell’incontro a Najaf del Santo Padre con l’ayatollah Al-Sistani, le tappe di dialogo interreligioso del viaggio apostolico in Iraq. “Sono incontri che ci ricordano la figura di San Francesco di Assisi. La visita a Najaf e l’incontro interreligioso ad Ur alla presenza di tutti i capi religiosi del paese, musulmani, sunniti e sciiti, cristiani, yazidi ed ebrei vuole lanciare lo stesso messaggio di fraternità di Francesco di Assisi e cioè che siamo tutti i figli di Abramo, fratelli tra noi, insieme su questa terra, per aiutare l’Iraq e i paesi vicini del Medio Oriente, a rialzarsi in piedi”.

L'8 febbraio la Chiesa in tutto il mondo prega per la liberazione di tutte le vittime della moderna schiavitù. Lo fa in occasione della memoria liturgica di S. Giuseppina Bakhita, la schiava divenuta Santa. Rapita ancora bambina nel suo villaggio del Darfur, in Africa, fu fatta schiava, fu venduta, fu torturata ed infine arrivò in Italia, dove trovò la libertà e la Fede. Per questo è stata assunta a simbolo universale dell'impegno della Chiesa contro la schiavitù. Quello di Bakhita sembra lo stesso calvario che oggi subiscono tante giovani donne che giungono come schiave dell'industria della prostituzione in Italia, in Europa e in tutti i paesi ricchi. Donne che come lei sono offese nella loro dignità più intima e profonda

Papa Francesco ha tenuto il suo discorso al Corpo diplomatico, per la prima volta a causa delle misure restrittive dovute alla pandemia, nell'Aula della Benedizione. Cinque le crisi analizzate all'inizio del 2021, definito "un anno da non perdere": crisi sanitaria, crisi ambientale, crisi economica e sociale, crisi politica, crisi dei rapporti umani. L'antidoto: la fratellanza. Il mondo ne ha bisogno come dei vaccini

È nell’amicizia affettuosa, nell’amore senza riserve, nella capacità di esprimere con gesti anche compromettenti quanto si prova (a Gesù la resurrezione di Lazzaro costerà la condanna a morte) che prassi e contemplazione trovano il loro punto di unione. Il cuore che custodisce diventa la mano che fa, perché c’è l’amore che muove entrambi. Senza l’amore, la vita contemplativa diventa fuga dal mondo, e la vita attiva si riduce a prassi sociologica e (ancora peggio) filantropica

“L’epicentro del Covid qui in Zambia è nella capitale, Lusaka. I malati più gravi hanno bisogno di essere intubati, per ora sono due gli ospedali che curano il virus, più un terzo messo a disposizione, che è un ospedale militare. Il governo vorrebbe fare di più ma mancano gli strumenti di base. Noi missionari siamo esposti al virus tanto quanto le persone che vivono qui”. 

“Quando è scattato il coprifuoco e le strade si sono svuotate, S. non è più riuscita a pagare l’affitto. Così ad un certo punto ha ceduto alla proposta di un suo cliente storico e si è trasferita da lui. Presto i suoi timori hanno trovato conferma. Le richieste di prestazioni sessuali in cambio dell’ospitalità si sono fatte sempre più insistenti. Quanti favori e di quale tipo fossero necessari a ripagare il debito non era stato stabilito. La sola cosa certa è che non si poteva dire di no. Così alle minacce sono seguite le violenze fisiche. Schiaffi, pugni e calci. Fino a che la situazione è diventata intollerabile ed S. ha scelto di andarsene a vivere in una tenda sotto il cavalcavia”.