Chiesa nel mondo

Presentato oggi la XV edizione del Rapporto di Aiuto alla Chiesa che Soffre sulla libertà religiosa nel mondo (biennio 2018-2020). Il 67% della popolazione mondiale (5,200 miliardi) vive in Paesi in cui si verificano gravi violazioni della libertà religiosa. Si registrano violazioni in 23 dei 54 Paesi africani, in 12 di questi la persecuzione è estrema. Anche il Covid-19 ha avuto un forte impatto sulla libertà religiosa con restrizioni sproporzionate sulla pratica religiosa e sul culto, negazione degli aiuti umanitari alle minoranze religiose, stigmatizzazione dei gruppi religiosi accusati di diffondere il virus.  

"È importante essere lontani per non diffondere il contagio del virus, ma l'essere lontani non è l'ultima parola: c'è una vicinanza che può superare il distanziamento". Lo dice al Sir Vittorio Scelzo, incaricato per gli anziani del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, illustrando la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. "Con questa Giornata - spiega - vogliamo dire che, nella Chiesa, c'è una vicinanza che non si ferma con la pandemia"

Intervista a Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari. Araba, cristiana-cattolica, nata ad Haifa, in Terra Santa, 59 anni fa, è alla guida di un’Opera che conta un milione e mezzo di aderenti in 182 Paesi del mondo. “Il fatto di essere silenziosi – confida - non mi mette in discussione. Non è un caso che il Movimento sia chiamato ‘Opera di Maria’ perché Maria con il suo silenzio ha agito nell’umanità. Anche Chiara diceva sempre che lo spirito del Movimento non sta tanto nel fare le cose ma nel testimoniare con la vita”

Come in tutti i racconti evangelici della istituzione eucaristica anche qui si fa riferimento al pane che viene "spezzato", perché tutti partecipino allo stesso pane e riconoscano la presenza di colui che è venuto per dare la sua vita in riscatto per molti. “Di questo voi siete testimoni”

Una nuova Pietra d’inciampo arricchisce la memoria di Milano. Sul selciato di via Villoresi 24 si ricorda Carlo Bianchi, presidente della Fuci milanese, socio dell’Azione cattolica, membro dell’Organizzazione soccorso collocamento assistenza ricercati (Oscar) e cofondatore con Teresio Olivelli del giornale Il Ribelle, ucciso a Fossoli il 12 luglio 1944.

Per ben due volte il virus ha intaccato il suo fisico, ma non ha certo minato la sua indole e, soprattutto, il suo ministero sacerdotale dedicato, in questo tempo di pandemia, agli ammalati di Covid-19. Don Juan Carlo Muñoz Caceres è parroco a Santa Madre di Dio, nella diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia e cappellano presso il nosocomio del capoluogo e il Covid Hospital di Civitanova Marche. Da ottobre 2020 si divide tra le due strutture sanitarie con una missione intrisa di “positività”: portare loro il conforto necessario nel momento della prova e della sofferenza. Al Sir racconta il suo incontro con il virus e la sua attività in ospedale.

Visita questa mattina al cantiere della cattedrale di Notre-Dame del Presidente della Repubblica francese. Ad accompagnarlo c’erano anche l’arcivescovo di Parigi, mons. Michel Aupetit e il rettore della cattedrale mons. Patrick Chauvet. “Il Presidente ha ringraziato l’insieme dei lavoratori che sono impegnati nella ricostruzione e restauro” racconta al Sir mons. Chauvet. “Si è detto molto impressionato dallo stato avanzato dei lavori. Abbiamo parlato anche delle prospettive future: restano ancora tre anni per portare a compimento l’insieme dei lavori”. “La speranza”, è il messaggio che la cattedrale vuole dare oggi ad un’Europa in preda all’epidemia. “È giusto cercare tutti i mezzi per fermare la diffusione del virus”. Ma per vincere veramente questa battaglia, occorre non perdere la speranza”.