Due anni dopo la “Statio Orbis” del 27 marzo 2020, in cui si è rivolto alla madre di Dio per implorare la fine della pandemia, Papa Francesco affida ancora una volta a Maria le sorti del mondo, sconvolto da un mese a questa parte da un “massacro insensato”, come lo ha definito nell’Angelus di domenica scorsa, in uno dei suoi ennesimi appelli per far cessare le ostilità tra Russia e Ucraina
Chiesa nel mondo
“Il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza (cfr DL 24 marzo 2022, n.24), offre la possibilità di una prudente ripresa. In seguito allo scambio di comunicazioni tra Conferenza episcopale italiana e Governo italiano, con decorrenza 1° aprile 2022 è stabilita l’abrogazione del Protocollo del 7 maggio 2020 per le celebrazioni con il popolo”.
Con un messaggio inviato ai cappellani delle carceri d’Italia, don Raffaele Grimaldi, Ispettore Cappellani Carceri italiane, in comunione con Papa Francesco che oggi, alle ore 17, dalla Basilica vaticana di san Pietro consacrerà Russia, Ucraina e il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria, ha voluto coinvolgere la realtà carceraria per farsi “unitamente strumento di pace e di riconciliazione”.
“In questa tragedia della guerra che sta colpendo l’umanità e ci è molto vicina, anche fisicamente, la Chiesa italiana, la comunità cristiana che è in Italia, si è subito data da fare per poter soccorre le popolazioni che stanno scappando dall’Ucraina”.
La pace si costruisce quando la violenza non “profana” il santo nome di Dio, quasi fosse una testimonianza a lui dovuta, ma quando il santo nome di Dio viene onorato con la consapevolezza "che non ha creato gli uomini per essere uccisi o per scontrarsi tra di loro e neppure per essere torturati o umiliati nella loro vita e nella loro esistenza
Preghiera, Penitenza e collegamento con la Basilica vaticana oggi, venerdì 25 marzo. Il vescovo dell'eparchia ucraina greco-cattolica in Francia: "La preghiera più forte delle armi nucleari". L'arcivescovo Dal Cin: "Sarà il nostro affidarci da figli". Mons. Caputo: "Chiamati alla speranza"
Con l'Atto compie oggi - spiega al Sir padre Federico Lombardi - Papa Francesco "vuole dire con particolare insistenza l’importanza e la necessità della preghiera comune e partecipata di tutta la comunità ecclesiale, con intensità e solennità e in modo pubblico. Il Papa non ci chiede di pregare in privato, ma ci invita a porci come Chiesa di fronte al mondo, manifestando la nostra fede e domandando con umiltà l’intercessione di Maria per porre fine al conflitto in atto e a tutti i conflitti dell’umanità"
Nonostante i bombardamenti, le sirene e il coprifuoco, anche in Ucraina, da Kiev a Odessa, “se tutto va bene, se non ci saranno allarmi e se la situazione lo permetterà”, i cattolici vivranno in comunione con Papa Francesco a Roma l’atto di consacrazione al cuore Immacolato di Maria di Ucraina e Russia.
Ci saranno anche le comunità cattoliche di Gaza e di Knayeh, villaggio cristiano della provincia di Idlib, in Siria, dove ancora si combatte una guerra cominciata nel 2011, a pregare in comunione con Papa Francesco che domani pomeriggio nella Basilica di San Pietro consacrerà Russia e Ucraina al cuore immacolato di Maria. A Knayeh, uno dei tre villaggi cristiani della Valle dell’Oronte (gli altri sono Yacoubieh e Gidaideh), nel nord-ovest della Siria, sotto controllo dei jihadisti di Tahrir al-Sham, oppositori al regime del presidente Assad, dice al Sir il parroco, padre Hanna Jallouf, francescano della Custodia di Terra Santa “la nostra piccola comunità si ritroverà dentro la chiesa alle 16 ora italiana per celebrare la Via Crucis e la Messa.
“E’ ormai evidente che la buona politica non può venire dalla cultura del potere inteso come dominio e sopraffazione, ma solo da una cultura della cura, cura della persona e della sua dignità e cura della nostra casa comune. Lo prova, purtroppo negativamente, la guerra vergognosa a cui stiamo assistendo”.
“Una delegazione della Cei andrà presto nelle zone di confine, dove si trovano tate persone in fuga dall’Ucraina”.
“Non entro nello specifico, ma resta il fatto che bisognerebbe arrivare ad un disarmo totale e generalizzato”.
“Nadia de Munari era in Perù da 25 anni, prima sulle Ande, gli ultimi 6 a Nuevo Chimbote, un deserto in riva al mare. Nadia, originaria di Schio aveva scelto l’Operazione Mato Grosso per dedicare la sua vita agli ultimi, ai giovani, seguendo i valori del vangelo nei modi indicati da padre Ugo De Censi, salesiano, fondatore dell’Omg”.
“Padre Stan è stato fonte di ispirazione per molte persone. Lo definisco un contemplativo in azione. Credeva nella chiesa che vive il bene comune e che sta con la gente, incarnata, come la vuole Papa Francesco”.
Lo scandalo del conflitto russo-ucraino visto dai missionari. “Bisogna ascoltare le voci dei popoli”, dice suor Soave, dal Circolo Polare. “Qui l’emergenza è la mancanza d’acqua”, segnala fra Ettore da Nairobi. Padre Diego e suor Elena dal Sud Sudan: preghiamo per la pace in un Paese che non conosce la pace