Fatti

Una crisi che pare senza fine. Una matassa sempre più aggrovigliata. Il Perù assiste da due mesi a una protesta sociale che ha paralizzato il Paese, sempre più spaccato tra il “centro” di Lima e l’enorme periferia della “sierra” andina, della “selva amazzonica”, dei grandi altipiani e delle profonde vallate, che solcano un territorio più grande di Italia, Francia e Germania messe assieme. Circa sessanta morti, centinaia di feriti, devastazioni, blocchi stradali, quasi quotidiani assalti ad aeroporti, istituzioni e imprese, 200 mila persone che sono, appunto, scese dalle Ande per “accamparsi” nella capitale.

Medici Senza Frontiere (Msf) nelle scorse ore ha donato diversi generi di prima necessità alle persone colpite dal terremoto nella città di Adiyaman nel sud della Turchia. Kit igienico sanitari, fornelli da campo, biancheria intima invernale, pannolini e cibo per bambini, beni che sono stati distribuiti a più di 50 famiglie nel nuovo campo creato per i sopravvissuti al terremoto. E ha raccolto le testimonianze di chi è scampato al sisma

Elaborazione di Tuttoscuola su dati del ministero dell’Istruzione e del merito. Nei 40.079 edifici scolastici sono 22.650 quelli che hanno adottato misure di contenimento dei consumi, pari al 56,5%. Nella realizzazione degli interventi sono risultati più attivi i Comuni, con interventi che hanno riguardato quasi 19 mila edifici (57,6%). Il Veneto la regione più virtuosa

Il Consiglio dei ministri ha varato la riforma dei poteri e delle procedure per l’attuazione del Pnrr, com’era nelle attese, ma ha fatto notizia soprattutto per il blocco della cessione dei crediti del “superbonus” edilizio, una questione che in termini finanziari si misura complessivamente nell’ordine dei 110 miliardi. Dall’entrata in vigore del decreto, con l’eccezione di specifiche deroghe per le operazioni già in corso non sarà più possibile per i soggetti che effettuano tali spese optare per il cosiddetto ‘sconto in fattura’ né per la cessione del credito d’imposta

La Conferenza episcopale turca si è data come missione in questa emergenza quella di “agire laddove nessuno sta agendo, raggiungendo i più discriminati e i più dimenticati”. “In queste ore - racconta Giulia Longo - è importante per noi capire chi non sta ricevendo aiuti e chi non è inserito ufficialmente nel sistema degli aiuti. Insomma, raggiungere la minoranza della minoranza”. La coordinatrice di Caritas Turchia ricorda che già prima del terremoto, l’Anatolia viveva in una situazione di grande vulnerabilità dovuta alla situazione economica, alla presenza di 5 milioni di profughi che ci sono in questo paese, e ad un confine - quello con la Siria - “che si porta dietro ferite molto profonde"

Nonostante le numerose tragedie che si registrano ogni anno sulla rotta marittima che porta dalla costa algerina alla Spagna, questa rotta rimane "invisibile". In un rapporto pubblicato all'inizio di febbraio, l'Ong spagnola Caminando Fronteras rivela che nel 2022 almeno 464 persone sono morte in 43 naufragi, rispetto alle 191 del 2021. Con 1.583 morti tra il 2018 e il 2022

“Pioveva, faceva freddo, tutti erano in strada: anziani, bambini, giovani. Siamo rimasti così quattro ore. È stato orribile, angosciante”. Così Suor Seba Al Khouri, giordana, 52 anni, superiora della Comunità delle Suore Maestre di S. Dorotea Figlie dei Sacri Cuori ad Aleppo, torna con la mente ai terribili momenti del 6 febbraio scorso, quando verso le 4 del mattino, ora locale, la terra ha tremato. Fortissimo. Nell'epicentro in Turchia mille volte più forte del terremoto di Amatrice, in Italia (l'ha detto il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), portando morti e devastazione. Abbiamo raggiunto la religiosa al telefono con difficoltà. L’elettricità viene concessa un’ora la mattina. Non c’è acqua, né gas. “Per fortuna possiamo contare su un generatore acquistato qualche anno fa grazie ad alcune donazioni dall'Italia”, spiega la religiosa.