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Rapporto Inps. La forte contrazione registrata è dovuta agli effetti legati all'emergenza da Covid-19 che ha determinato sia una caduta della produzione che dei consumi. Nei primi 11 mesi il 30% in meno di assunzioni attivate da privati

Quasi metà del Paese rischia di finire in arancione. In bilico Lombardia (da oggi quattro Comuni in lockdown), Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Marche. Delicata la situazione di Umbria e Abruzzo con quattro province in zona rossa: Perugia e Terni, Pescara e Chieti. Parla Roberto Cauda, infettivologo dell’Università Cattolica: “Occorre accelerare la campagna vaccinale, sequenziare di più, eventualmente procedere a chiusure ‘chirurgiche”’

La testimonianza di padre Stanko Perica, gesuita croato, direttore generale del Jrs Europa Sud Est. In questi giorni è a Bihac, in Bosnia, dove il Servizio dei gesuiti per i rifugiati opera nei campi per migranti e famiglie e distribuisce aiuti negli squat. A Belgrado, in Serbia, hanno una casa di accoglienza e integrazione per 15 minori che viaggiano senza genitori. Il sogno di aprire una struttura anche a Bihac

Nel discorso per la fiducia il presidente del Consiglio ribadisce la necessità di rispettare i diritti dei rifugiati. L’Italia andrà a negoziare il Migration Pact e a chiedere un riequilibrio tra responsabilità paesi primo ingresso e solidarietà effettiva. Nessun accenno a nuovi italiani e riforma della cittadinanza

La pandemia di coronavirus Covid-19 sta interessando anche l’Africa, arrivando fino al Regno di eSwatini, prima conosciuta come Swaziland, dove nella diocesi di Manzini opera dal 2014 mons. José Luís Ponce de León, vescovo argentino nato a Buenos Aires, appartenente ai missionari della Consolata che racconta al Sir la situazione.

“A Oicha, città del Nord Kivu, nella parte est della Repubblica Democratica del Congo, luogo di massacri dal 2014, incontro 800 bambini orfani i cui genitori sono stati massacrati sotto i loro occhi e adesso sono accolti presso delle famiglie”. È quanto racconta padre Gaspare Trasparano, comboniano che vive a Butembo, 80 chilometri da Oicha.

Sono trascorsi solo cinque anni dalla precedente ondata di Ebola nel Paese africano e ora torna l'allarme, che si aggiunge alla già preoccupante situazione segnata da morbillo, febbre gialla e Covid. Alexandre Koliè, direttore della Caritas diocesana di N’Zerékoré, spiega che i casi, ad oggi, sono sette e cinque i morti. Il contagio è velocissimo. Adramet Barry (Ong Lvia) da Labè aggiunge: "tutti hanno un famigliare o un conoscente morto per questo virus terribile"

“La notizia della morte di Romeo, un giovane di 17 anni, ha creato come prima reazione la considerazione che è troppo alto il prezzo della morte. La notizia ha creato sconcerto e orrore nella nostra comunità, un senso di impotenza di fronte a una violenza che sempre più spesso esplode nel cuore delle nostre città. Tra l’altro, episodi di violenza tra ragazzi stanno avvenendo in tutta Italia”.