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La metropoli dello Stato di Amazonas è tra le più colpite dalla pandemia e le cifre ufficiali (5.700 contagi e circa 500 morti nello Stato amazzonico per Covid-19 al 1° maggio) sottostimano la realtà che cozza con il ritmo incessante delle inumazioni. Una descrizione della drammaticità della situazione la fornisce al Sir l’arcivescovo, dom Leonardo Steiner, francescano minore, da pochi mesi alla guida dell’arcidiocesi, dopo essere stato per otto anni segretario generale della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile. La telefonata di Francesco, arrivata proprio in questi giorni, “è stata - spiega l’arcivescovo - uno straordinario gesto paterno per tutti noi. Tutti ora sanno che il Papa è con noi, che si prende cura dei drammi umani ed è vicino ai poveri”

A rilevarlo, alla vigilia del primo maggio, è il primo report dell'Istituto, da cui emerge anche che i casi mortali da contagio sono stati 98, circa il 40% del totale dei decessi sul lavoro denunciati nel periodo preso in esame (tra la fine di febbraio e lo scorso 21 aprile)

Più del Coronavirus può la gravissima crisi economica e politica: il Libano a marzo ha dichiarato il default dello Stato e ora la crisi ha investito in pieno il sistema bancario. La moneta libanese è in caduta libera e il governo non è ancora riuscito a dir nulla sulla riforma economica. Intanto i disoccupati aumentano in modo esponenziale e i dipendenti statali rischiano di non essere più pagati: quando militari, spazzini e infermieri non ce la faranno più, con salari che hanno perso il 70 per cento del loro valore, si teme un sollevamento popolare senza precedenti

Più di un mese fa l’allarme lanciato per la mancanza di manodopera nei campi. Annunciato un decreto per la regolarizzazione, ma il testo ancora fermo. La società civile chiede di poter intervenire. “I partiti si esprimano pubblicamente, per noi modifiche fondamentali: ampliamento platea destinatari e tipologie contratti”

Contro il Coronavirus il presidente Trump ha evocato in queste settimane lo spettro di una guerra contro un nemico invisibile e, mentre il linguaggio diventa familiare con prima linea, armi per combattere il virus, medici in trincea, sistemi di protezione, le parole sui diritti alla salute e ad essere curati diventano fioche, soprattutto quando i titolari sono anziani, persone con disabilità o appartengono alle minoranze. A delineare il problema è Charlie Camosy, docente di bioetica che parla apertamente di "violazione dei diritti civili"