Chiesa nel mondo

Sono circa 200 gli eremiti in Italia, una cui rappresentanza si è incontrata a Lucca per riflettere anche sul Cammino sinodale della Chiesa italiana. Un vita di preghiera e silenzio, ma anche di relazioni con i fratelli che bussano alla porta. Perché, ricorda don Raffaele Busnelli che da 10 anni ha scelto la strada dell’eremo, alla fine del mondo “non c’è un eremo ma la città”

Situato in un ex convento del ‘200 parzialmente ristrutturato, il Galgario non è solo un dormitorio: è uno spazio aperto alla cittadinanza, in cui la povertà viene vissuta non soltanto come un’emergenza da risolvere “al riparo da occhi indiscreti” ma come luogo di incontro, di confronto, di scambio e di riflessione aperta. Realizzata dalla Caritas diocesana di Bergamo la struttura accoglie, nel centro storico della città, uomini senza fissa dimora che ricevono ospitalità, conforto e ascolto. Grazie ad una squadra di 25 volontari e 15 operatori il centro, che dispone di 80 posti letto, è un punto di riferimento per tante persone in difficoltà.

Dichiarata inagibile dal 2016, la Chiesa del SS. Sacramento e Rosario di Grottazzolina è stata chiusa per 4 anni a causa di una serie di lesioni profonde che avevano fortemente compromesso la struttura. Il piccolo paese marchigiano, in provincia di Fermo, è caratterizzato, con poche moderne eccezioni, dalla muratura in “mattone fermano a faccia vista”, arte in cui erano molto abili i muratori di Grottazzolina e che li ha resi celebri. Questa tecnica, sviluppata tra il XVIII e il XIX secolo, contraddistingue le facciate delle case della classe borghese ed i portali delle chiese come la parrocchiale di San Giovanni Battista e la chiesa del SS. Sacramento e del Rosario

C’è anche una “santa dei due mondi” tra coloro che verranno canonizzati domenica prossima in piazza san Pietro da Papa Francesco: madre Francesca Rubatto, al secolo Anna Maria Rubatto, nata a Carmagnola (Torino) nel 1844 e morta a Montevideo, capitale dell’Uruguay, nel 1904. In lei si fondono la “santità della carità” piemontese del diciannovesimo secolo e l’attenzione al popolo, e l’intensità tutta latinoamericana nella vicinanza ai poveri, ai malati, ai bambini. Dall’altra parte dell’Oceano è considerata, con fondati motivi, “la prima santa dell’Uruguay”. Soprattutto, può essere considerata una vera santa “del quotidiano”, anticipatrice di quella “Chiesa in uscita” invocata da Papa Francesco

Fratel Carlo è una figura che mi ha sempre affascinato per la sua risposta radicale all’amore di Dio. Era una persona santamente inquieta, mosso dal desiderio di imitare Gesù. La sua testimonianza così limpida è un invito a vivere da innamorati di Cristo. Si può amare Dio con i sintomi dell’innamoramento? I grandi santi dicono di sì. Noi possiamo amare perché siamo stati amati per primi da Dio. E l’amore di Dio per noi non è un amore qualunque: è un amore folle, da innamorato pazzo, appunto.

Un'Università dove studiano 12mila studenti, che oggi accolgono i loro coetanei ucraini, e un centro di accoglienza per migranti che sviluppa un vero e proprio "network" per l'ospitalità, grazie anche all'attività di una Ong. È la fotografia dei Gesuiti a Bilbao, la città più popolosa dei Paesi Baschi

Fratel Paolo Maria, alla guida dei Piccoli fratelli Jesus Caritas dell’Abbazia di Sassovivo (Foligno), tratteggia la figura del “fratello universale” che sarà canonizzato domenica 15 maggio dal Papa. Dopo una vita inquieta, “ha cercato di essere ultimo tra gli ultimi, come il suo modello: Gesù”. “Oggi abbiamo bisogno di esempi, limpidi e coerenti”. E il cammino sinodale? “Per una Chiesa inclusiva, che abiti il quotidiano”

Parla l'arcivescovo di Algeri, mons. Jean-Paul Vesco, sulla canonizzazione, domenica 15 maggio, di Charles de Foucauld: “Quando morì, l’Europa era dilaniata dalla Prima Guerra mondiale. La sua morte e la sua canonizzazione avvengono pertanto in due momenti difficili e paralleli di conflitto in Europa. Ma se si guarda oggi al futuro santo, torna di nuovo il messaggio di fraternità che ha attraversato costantemente la sua vita”