Idee

I sentimenti sono una delle “cose” più serie per l’essere umano, non avrebbe senso banalizzarli o ridicolizzarli immaginando che i concorrenti di “Temptation Island” possano davvero essere persone autenticamente impegnate in un rapporto di coppia...

Finché noi cristiani restiamo spettatori della realtà, non contribuiremo mai a tessere evangelicamente la trama o l’ordito della storia. Buttarci nel quotidiano, sporcandoci anche le mani, è un imperativo che chiede conto alla nostra responsabilità, per evitare di giudicare gli altri come il fariseo nel tempio, mistificando spesso il reale, che è la storia di cui facciamo parte.

Se mi ritengo persona umana dinanzi allo sguardo di Josephine, posso ancora dormire nel mio letto, sfamarmi, godermi relazioni di amicizia e pensare alle vacanze? Non scardina ogni carapace di autodifesa? Non mette a nudo chi siamo? Persone che persone osano dirsi tali? Ancora osiamo? Dovremmo lasciarci invadere da quanto rimuoviamo: la vergogna che vorrebbe emergere, se solo glielo consentissimo.

Non è più questione di numeri, semplicemente non c’è più spazio per la compassione. Tutta questa faccenda dei migranti va rimossa il prima possibile e il modo migliore per farlo è il silenzio. Un silenzio colpevole che nasconde delle convinzioni sempre più radicate nella testa della gente. Sono certezze che ruotano intorno a due, massimo tre concetti, venduti da un caparbio imbonitore che promette un paese finalmente affrancato dalla responsabilità di salvare vite umane e dal peso dell’accoglienza

Quale può essere il contributo della Chiesa italiana attraverso l’azione territoriale delle Diocesi nel sostenere il difficile ma necessario cammino verso la sostenibilità? È questa la domanda di fondo che ha accompagnato i 60 partecipanti in prevalenza direttori degli uffici diocesani di Pastorale sociale provenienti da tutta Italia, al quarto seminario estivo che si è svolto dal 3 al 7 luglio ad Arabba promosso dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei.

Non si possono più rimandare azioni concrete per la protezione dell'ambiente. È questa la consapevolezza emersa dalla conferenza internazionale "Saving our common home and the future of life on earth” organizzata nei giorni scorsi dal dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale – il cui prefetto è il card. Peter Turkson – in collaborazione con il Movimento cattolico mondiale per il clima, nel terzo anniversario di pubblicazione dell’enciclica Laudato si’.

La nuova situazione pone la chiesa di fronte a uno scenario inedito. E chiede un deciso cambio di passo,  anche nell'enunciazione dei principi, assieme al coraggio di ripensare il rapporto con i fedeli più su un piano culturale e spirituale che sociale e politico

L'esperienza dei corridoi umanitari mostra all'Europa una possibile strada da seguire, proprio nel momento in cui più forte è la diffidenza. L'analisi di Oliviero Forti, responsabile immigrazione di Caritas italiana, apre alla speranza e invita a non arrendersi.