Lettera 35 - Cronache da un'economia umana

Nel 2017 la casa di Sant'Agata Bolognese regalò a Papa Francesco una Huracán bianca, un bolide da oltre 600 cavalli in livrea vaticana.

Cosa fare di un dono di così grande valore se non usarlo per generare altro bene?

Migrazioni, fame e cambiamenti climatici: le sfide a cui è chiamata tutta l'Africa sub sahariana non possono lasciare indifferenti sia per le conseguenze che hanno sulle popolazioni coinvolte direttamente sia per l'impatto che hanno su tutta la comunità internazionale.

Una tematica, quella dell'impatto del cambiamento climatico sul cuore dell'Africa, al centro del XIII incontro del Gruppo Sahel della Caritas internazionale che si è da poco concluso a Le Saly, in Senegal, e che ha visto riuniti una ventina di organismi nazionali  tra  Caritas africane della regione, partner europei tra cui Caritas Italiana,  e una rappresentanza di organizzazioni statunitensi.

Con i container messi di traverso alle strade che collegano il Venezuela ai suoi vicini per fermare il passaggio degli aiuti umanitari, la situazione del paese sudamericano ha raggiunto livelli di drammaticità senza precedenti.

Una situazione sempre più complicata, con i venezuelani costretti alla fame e privi dei principali mezzi di sostentamento. 

Mancano farmaci, cibo e si affievoliscono sempre più le speranze che il braccio di ferro tra i "due presidenti", Maduro e Guaidò, possa risolversi in tempi rapidi.

C'è voluto tutto il genio di Charlie Chaplin per far ridere sulle disgrazie degli operai e sulla fatica del lavoro alla catena di montaggio.

Tutti ne ricordiamo la lotta contro i tic, autentici spasmi dovuti ai movimenti ripetuti del Chaplin operaio, o la sua improvvisa follia con successiva discesa nelle viscere della macchina...

Una commedia, certo, ma anche una denuncia dei ritmi di lavoro esasperati e di come l'industria abbruttiva i lavoratori. Tempi Moderni è un film dirompente la cui attualità ancora colpisce e stupisce, da vedere.

Dopo anni di cauti progressi, l'economia italiana è tornata in difficoltà. Boccheggiano le imprese e tutto il mondo economico è scosso da una profonda incertezza.

Pesano le difficoltà globali, certamente, ma anche le dinamiche interne: servirà una manovra correttiva per tutelare il bilancio dello stato? Il governo reggerà ad una simile pressione?

Giro di commenti fra i principali attori della politica e dell'economia con una certezza: di tecnico in una recessione c'è davvero poco.

La kermesse di presentazione del reddito di cittadinanza, organizzata dal vicepremier Luigi Di Maio, rischia di passare alla storia più per la nomina di Lino Banfi all'Unesco che per i contenuti di una misura di welfare mai così tanto attesa e dibattuta.

Lino Banfi, già star della commedia sexy all'italiana, rischia di offuscare anche un altro paradosso, ossia come il reddito di cittadinanza sembri uscito da una commedia inglese che tutti abbiamo amato: Full Monty, squattrinati organizzati.

Un giro d'opinioni per capire come funziona — e cosa non funzioni con — il nuovo strumento di lotta alla povertà varato dal governo Conte.

Il decretone è tratto: reddito di cittadinanza e quota 100 hanno visto la luce del Consiglio dei ministri.

Mancava solo il ministro delle finanze Tria alla conferenza stampa di ieri sera in cui il presidente Conte e i due vicepremier Salvini e Di Maio hanno illustrato il testo del provvedimento.

Il tema delle pensioni è scottante: negli ultimi vent'anni alle riforme sono sempre seguite altre riforme ed ogni governo ha messo mano alla faccenda. Sopravvive ad ogni rivoluzione, comunque, la cosiddetta riforma Fornero.

Superata a destra, sottovalutata e bistrattata dai più, rimane il metodo standard su cui costruire la previdenza di oggi e domani. Anche con quota 100.

Come il Burán, il vento della Siberia che tutto ammanta di candida purezza, così il decreto fiscale ha steso la sua soffice coltre su oltre 5 milioni di contribuenti.

Un velo d'indifferenza che, in un sol colpo, ha cancellato qualcosa come 12 milioni di carichi pendenti verso l'erario, ascrivibili a bolli auto non pagati, tributi evasi e tasse locali bellamente ignorate nel primo decennio del duemila.

Grand Commis del provvedimento è il sottosegretario Massimo Bitonci, già presunta manina — a dar retta alle ricostruzioni del Corriere della Sera — dietro ad altri provvedimenti fiscali che tanti malumori hanno creato in seno al governo solo pochi mesi fa.

Accise, iva, bollo e pedaggi: l'automobile è sempre più un fardello per il contribuente. 

Rimodulata la tassa sulla Panda, nella finanziaria 2019 rimangono un'imposta sui veicoli considerati inquinanti e un bonus per favorire l'acquisto di automobili ibride ed elettriche.

Nel mentre sono congelati per alcuni mesi gli aumenti dei pedaggi autostradali — ma non su tutte le tratte — e, fra le clausole di salvaguardia della manovra, compare anche un aumento delle accise sui carburanti per il 2020.

Mentre le commesse manifestano sul listòn, i clienti danno l'assalto alla merce scontata. È lo strano sabato che ha vissuto il centro di Padova, con le lavoratrici della Rinascente in sciopero e il negozio comunque affollato di clienti.

Più della mobilitazione poterono i cartellini promozionali, capaci di attirare acquirenti a caccia di risparmi sui prossimi regali di Natale.

«Per la Rinascente noi non siamo niente» si legge su altri cartellini, quelli appesi al collo delle scioperanti che distribuiscono volantini ai pochi passanti di via Cavour che decidano di sospendere per un attimo la loro corsa agli acquisti per ascoltarne le voci.

Inflazione sostanzialmente ferma, è questo il primo dato che appare confrontando ottobre con novembre, mentre rallenta su base annua rispetto alle previsioni.

Diverso andamento per importazioni ed esportazioni, entrambe in crescita, segno che i mali del paese sono — soprattutto? — all'interno dei confini nazionali.

Nel complesso è tutta l'economia italiana a flettersi e a contrarsi, subendo una serie di movimenti nazionali ed internazionali troppe volte contrastanti.

Ne hanno vendute oltre 12 mila solo nello scorso novembre, rendendola di fatto l'auto più amata dagli italiani, ma nelle ultime settimane qualcosa sembra essersi messo di traverso al cammino della Fiat Panda.

La supertassa voluta dal governo Conte, Salvini e Di Maio potrà arrecare danni alla produzione del veicolo più diffuso in Italia?

Abbiamo ripercorso gli ultimi anni di Panda, un modello prodotto in oltre 7,5 milioni di unità dal 1980, con gli operai e delegati sindacali di Fim Cisl che la costruiscono nello stabilimento di Pomigliano d'Arco.

Dalla sanità veneta all'Arpav passando per i bolli auto e l'oceano di scartoffie che ogni giorno l'amministrazione pubblica produce e digerisce, tutto finirà su cloud Google.

La rivoluzione presentata dal vicepresidente Gianluca Forcolin e dal country manager di Google Cloud Italia Fabio Fregi è molto più ampia di quello che si potrebbe immaginare: oltre 85 mila utenti vedranno il loro modo di lavorare rivoluzionato a partire dall'approccio verso i programmi.

A prescindere che ci si occupi di lavoro, urbanistica o sanità, insomma, tutti useranno gli stessi applicativi e questo dovrebbe garantire notevoli economie di scala.

Il commercio padovano perderà uno dei suoi pezzi più prestigiosi, il punto vendita Rinascente in Piazza Garibaldi.

Chi si aspettava un dietrofront della proprietà è rimasto, purtroppo, deluso: si chiude il 15 febbraio, senza possibilità di proroghe o soluzioni alternative.

Oltre alla perdita di oltre 50 posti di lavoro diretti più altre decine dell'indotto, il rischio concreto è quello di un buco nero nel cuore della città. Chi subentrerà a Rinascente in fuga da Padova?

Dimenticate, per un momento, le accise nostrane sui carburanti — quelle misure una tantum destinate, puntualmente, a diventare strutturali — ed immaginate di dover favorire la transizione ad un mercato dell'auto più consapevole: come fareste?

Ammesso e non concesso che i gillet gialli stiano protestando unicamente per il caro carburanti e non per sfogare una serie di frustrazioni eterogenee, la logica che muove l'Eliseo è chiara e semplice: punire chi più consuma per spingerlo verso soluzioni alternative, come l'ibrido o l'elettrico.

Il governo italiano fa propri gli ideali di quello francese ma — per il momento — tassa le auto inquinanti per favorire, attraverso incentivi piuttosto scarsi e contraddittori, quelle a suo avviso più ecologiche. Anche a gasolio.